venerdì 29 gennaio 2010

Che voglia di primavera...

Ma quando arriva il caldo? Ho il naso gelato, le orecchie gelate, le articolazioni gelate! Io vivrei spalmata sulla riva del mare tutto l'anno... Mi consola e mi scalda il cuore il verde tenero e dolcissimo del grano, che spunta sotto la brina del mattino e ricopre queste colline morbide come una coperta che presto sarà fiorita.


Così, come un anticipo di primavera, vi dono margherite...



Ingredienti (per 10 margerite)
2 confezione di pasta sfoglia Coop (veloce e decente),
300 gr di ricotta di mucca,
3 salsicce fresche,
3 cucchiai di parmigiano reggiano,
un pizzico di peperoncino in polvere,
sale.


Come procedere
Vi ricordate i miei cappellini vezzosi? Questa ricetta è veloce. E' un'antipasto molto gustoso e versatile, ma questa volta mi sono complicata la vita, perchè non avendo formine a margherita, le ho realizzate manualmente: petalo dopo petalo!!!!! Amalgamate bene la ricotta e la salciccia, aggiungete il parmigiano, peperoncino a seconda del gusto e aggiustate di sale. Se il composto è molto denso potete ammorbidirlo con un po’ di latte, ma non deve essere troppo molle. Con il tagliapasta ricavate 20 dischetti di uguale dimensione e 10 petali per ogni margherita. Con gli scarti fate anche 10 palline che saranno il pistillo (dopo tutto questo è rimasta ancora un po' di pasta sfoglia.. una confezione è poca e due son troppe...).


Mettete al centro degli 10 dischetti di pasta una pallina di ripieno... siate generosi!!! Richiudete con un secondo dischetto la margherita e sopra questo secondo disco applicate, uno ad uno, come i raggi di una bicicletta, i petali. Al centro della margerita ponete la pallina a mo' di pistillo e schiacciatelo un po'. Spennellate i fiori con il rosso d'uovo e metteteli in forno a 180° per circa 15 minuti. Io li ho serviti in una salsa di panna fresca e parmigiano reggiano.

PS. Le ho preparate anche per il compleanno della mia nonnina... si chiama Margherita!!!!!!

mercoledì 27 gennaio 2010

Ciambelle di patate.. le mie madeleine



Per me è già carnevale! Confesso: non riesco più a smettere, friggo tutto e come nella migliore tradizione popolare, fritte mi paion buone anche le scarpe vecchie. Anzi suggerirei alla mia amica Gabriella di aggiungerle al famoso elenco “Ma, poi, che tttte friggi??!!!”, redatto in una giornata estiva dopo sua provocazione.

Gabriella, guarda, friggo le…. ciambelline di patate.

Ingredienti (circa 50)
500 gr di patate lessate e schiacciate,
500 gr di farina 00 (in teoria…),
2 cucchiai di zucchero,
2 uova,
20 gr di burro,
20 gr di lievito di birra (sciolto in due dita di latte tiepido),
olio per friggere (o strutto).

Come procedere

Anche questa è una ricetta della nonna. Come Proust che con le madeleine riassaporava i giorni passati dell’infanzia, se chiudo gli occhi posso ancora sentirne il sapore familiare, la leggerezza dell’impasto e le labbra piene di zucchero, perché nonna le ricopriva di zucchero normale... che scricchiolava. Le mie madeleine sono le ciambelle di nonna!


Lessate, raffreddate e schiacciate le patate, dopo averle private della buccia; mettete a pioggia la farina tendendo presente la regola aurea della patriarca (“Quanta se ne tira”); le mie patate non erano molto asciutte e così ne ho dovuta aggiungere almeno altri 3 cucchiai, belli pieni. Ma su questo dovete regolarvi anche a seconda del tipo di farina che usate. Aggiungete lo zucchero e le uova al centro e cominciate ad impastare. Dopo un po' aggiungete anche il burro (non mettetelo caldo), sciolto al microonde o a bagnomaria, e continuate ad impastare. Scaldate due dita di latte e scioglieteci i 20 gr di lievito di birra. Quando la palla dell'impasto è bella omogenea e soffice, mettetela a lievitare coperta da un telo almeno per due ore. Dovrà radoppiare di volume.
Procede come per gli gnocchi; con le mani create dei bastoncini lunghi circa 15 cm e chiudeteli su se stetti, ottenendo le ciambelline.
Tuffatele in olio abbondante, schenderanno in fondo per risalire in superficie belle gomfie... come una boa marina. Girate e rigirate fino a quando le ciambelle prendono quel bel colore... "tonaca di monaco". Un secondo dopo sono bruciate: la frittura è un'arte antica e io non sono proprio bravissima. Con queste dosi ne sono venute poco meno di 50... volevo morire!!! Man mano che procedevo, le facevo sempre più grandi e, alla fine, sono stata anche tentata di fare una maxiciambella!!!!



Ricopriteli di zucchero a velo e mangiatele calde.
Buone, ma non soffici come quelle di nonna Margherita... dovrò perfezionare : )))

lunedì 25 gennaio 2010

“Due uova di sfrappe”



Quando arrivava carnevale, mia nonna diceva: “Che dici, le facciamo due uova di frappe?” Domanda retorica che conteneva già la ricetta: "due uova" è l’unità di misura intorno a cui ruotano tutte le quantità della sua preparazione per un formato famiglia di quattro, tanti siamo noi.



Mamma mia quanto è difficile trovare un po’ di tempo in questo periodo… ma questo fine settimana mi sono ritagliata un po’ di ore da dedicare alla frittura e alle ricette della nonna.

Ingredienti (circa 40 sfrappe)
2 uova,
2 cucchiai di zucchero,
2 cucchiai di latte,
2 cucchiaini di olio evo,
3 cucchiaini di mistrà...

… nonna, e la farina? Quanta se ne tira. Era la risposta tipica di nonna, che ha sempre cucinato a occhio. Per cui credo che ad occhio ho utilizzato circa 200 gr di farina.

Come procedere
Mettete la farina a fontana aggiungete lo zucchero e le uova, latte, olio e mistrà e cominciate a impastate. Formate una bella palla e stendetela esattamente come fareste per le tagliatelle. Sottile, sottile. Tagliate la pasta a strisce, meglio se con una rotella dentata, ma non io non ce l’ho e ho fatto con quella normale. Olio di semi (nonna friggeva nello strutto….) bollente e via con pazienza.


Il tempo di girarle e sono pronte. Oltre alla classica versione straspolverata di zucchero a velo, ne ho decorate alcune con il cioccolato fondente....



PS. Nelle Marche si chiamano sfrappe, termine che - credo - indica le strisce di stoffa increspata che guarnivano le tende o gli abiti.

mercoledì 13 gennaio 2010

Posto la P@sta

Con proverbiale ritardo arrivo. E ho studiato…

Chissà se sapete che nel 1885 re Umberto di Savoia e la regina Margherita parteciparono all’inaugurazione del nuovo tratto ferroviario che collegava Gragnano con Castellammare di Stabia. In quell’occasione, vista l’importanza degli ospiti, ogni pastaio di Gragnano decise di fare onore alla regale presenza inventando nuovi formati di pasta e nuovi nomi. Tra questi, trafilati a bronzo con antica sapienza, c’erano i “paternostri” e le “avemarie”, dedicati alle persone pie che ne potevano calcolare esattamente i tempi di cottura, perché duravano lo spazio di una preghiera.

E chissà se Lydia conosce questo verbo napoletano molto antico: "scammarare" che significa “mangiare di magro”, contrario di "cammarare" ovvero "mangiare di grasso", maggiormente usato nel periodo di carnevale. Da qui la ricetta della “frittata di scammaro”, fatta d spaghetti ma senza uova e arricchita con olive nere, capperi e prezzemolo tritato. E da qui l'ispirazione per queta raccolta.

Carbonara: che frittata!!!



Ingredienti
150 gr di spaghetti,
150 gr di guanciale,
4 uova,
50 gr di parmigiano reggiano,
olio evo,
pepe bianco.

Come procedere
Facile facile: mentre cuocete gli spaghetti, rosolate in un filo d’olio il guanciale tagliato a dadini. A parte battete le uova con il parmigiano; salate e pepate. Scolate gli spaghetti al dente e saltateli in padella insieme al guanciale per farli insaporire. A questo punto procedete come per la più tradizionale ricetta di frittata… e servite. E’ buona calda, ma d’estate anche fredda a tocchettini.



E così partecipo alla raccolta di Lydia.



martedì 12 gennaio 2010

Vellutata di topinambour

Ho comprato i topinambour pensando a un contorno. Mi piace il loro colore rosato e il loro sapore: sembrano patate cresciute con molta creatività.



Ma balzellando di blog in blog ho trovato questa meravigliosa ricetta di "Il pasto nudo", che mi ha ricordato quella di un'amica milanese. La ricetta è passata nell'oblio, questa è la versione più vicina a ciò che ricordo.

Ingredienti (per 4 persone)
450 gr di topinambour,
1 patata,
3 scologni,
150 gr di ricotta di mucca,
50 gr di parmigiano reggiano,
olio evo,
erba cipollina,
pepe bianco.

Come procedere
Pulite i topinambour (io utilizzo il pelapatate) e tagliateli a tocchetti; seguite lo stesso procedimento per la patata. Affettate gli scalogni e fateli rosolare in un filo di olio evo; aggiungete i tocchetti di patate e topinambour e lasciate rosolare ancora un minuto. Salate, ricoprite con acqua calda e portate a cottura. Quando i pezzettini di patata e topinambour sono morbidi , togliete dal fuoco e frullate. Regolate di sale e aggiustate la densità della zuppa secondo il vostro gusto. Mi è molto piaciuto l'abbinamento con la ricotta della ricetta di "Il pasto nudo", così ho provato. Ho mescolato la ricotta con il parmigiano e un cucchiaio di latte e ne ho ricavato 4 quenelle. Mettetele al centro del piatto, irrorate con la zuppa e servite guarnendo con erba cipollita e una macinata di pepe bianco.


Le foto di Neno




Questo post è un grazie di cuore per Nazzareno Polini, caro amico e ottimo fotografo. Vi segnalo il suo sito: cliccate sulla foto e troverete frammenti di emozioni nei suoi scatti. Io lo"saccheggio" sempre!!! E' sua anche la foto - che trovo bellisssima - della bacca rossa coperta di neve.

venerdì 8 gennaio 2010

Torta di noci senza burro


E’ l’unico cibo light che ho mangiato in questi giorni : ))))) Ottima e veloce: ve la consiglio se non volete rinunciare a una dolcezza...malgrado le abbuffate recenti.

Ingredienti
1 uovo,
100 gr di farina,
150 gr di zucchero,
50 gr di gherigli di noci,
2 o 3 cucchiai di acqua,
½ bustina di lievito chimico per dolci,


Come procedere
Separate il tuorlo dall’albume che dovete montare a neve. Passate al mixer i gherigli di noce per ridurli in farina. Montate il tuorlo con lo zucchero e quando il composto diventa spumoso, aggiungete le noci e la farina, a cui avrete aggiunto il lievito. Impastate, aggiungendo 2 o 3 cucchiai di acqua; il composto finale deve essere sostenuto non troppo liquido. In forno per circa 30 minuti a 180°.


PS. Questa torta la dedico alla mia amica Sabrina, che mi "tortura" perchè utilizzo sempre troppo burro!!!!

PS del 12 gennaio: ATTENZIONE!!!! Scusatemi ma sono addormentata!!! Manca un passaggio: dopo aver montato i tuorli con lo zucchero aggiungete l'albume montato a neve prima di mettere noci e farina. Mi cospargo il capo di cenere...

Cristalli di neve a colazione

Ecco i miei cristalli di neve… di polenta. Ma ora che le feste son passate, scegliete la forma che più vi piace.



Ingredienti
100 gr di farina 00,
50 gr di farina di mais per polenta,
100 gr di burro,
60 gr di zucchero,
1 uovo,
la scorza grattugiata di un’arancia.




Come procedere
Si tratta di biscotti senza lievito che devono cuocere pochissimo: 10-15 minuti al massimo in forno già caldo a 160°. Teneteli d’occhio: appena prendono colore ai bordi sono pronti, anche se al centro rimangono un po’ morbidi. Mescolate le due farine con lo zucchero. Sciogliete al microonde - o bagnomaria - il burro e aggiungeteci l’uovo; mescolate bene e unite questo composto alle farine, insieme alla buccia d’arancia grattugiata.


Lavorate l’impasto fino ad ottenere un palla morbida. Doverosa precisazione: per ottenere la consistenza giusta ho dovuto aggiungere più farina 00 rispetto ai 100 gr segnalati dalla ricetta originale. Credo che alla fine ne ho utilizzata circa 120 gr, ma non possono essere precisissima. Comunque, come per ogni ricetta, regolatevi a seconda della farina che utilizzate.



Stendete la pasta che deve essere alta almeno un dito, e ritagliate i biscotti a vostro gusto.

Alla ricerca del tempo perduto

Mi impegnerò con tutte le forze per sfatare l’antico detto: “chi non posta il primo dell’anno, non posta tutto l’anno”. Il mese di dicembre è stato veramente pieno di impegni e scadenze che nulla hanno a che fare con la cucina, sebbene riguardino molto la creatività: la presentazione dei mio libro per bambini e una mini-tournèe teatrale con il Canto di Natale di Dickens.
Malgrado le buone intenzioni, ho cucinato pochissimo e mi sono fatta quasi sempre invitare!!!!!
Tuttavia un paio di cosette natalizie le ho combinate e ve le segnalo....

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