venerdì 22 maggio 2015

Se piove... minestra di maggio


"Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l'oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.
O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d'umil villano!
Si dice che resusciti, quando sei buona, i morti;
ma il diletto è degno d'uomini invero poco accorti!"

Chissà se Leopardi - che così in odio aveva la minestra, tanto da dedicargli una poesia a soli 11 anni - avrebbe cambiato idea di fronte a questa profumata versione di maggio. Sono certa che molto di più l'avrebbe convinto Moreno Cedroni, che ha studiato un delizioso menù ispirato al poeta marchigiano, ma tant'è!  Io provo a convincere almeno voi che primavera può far rima con minestra. La freschezza, cifra stilistica della cucina dei mesi primaverili, può ben essere applicata anche a una zuppa calda, se come in questi giorni piove disperatamente e torna il freddo. 
Nelle Marche i "quadrucci coi piselli" sono un must di primavera: la "base aromatica" era un tempo costituita da un battuto di lardo e mentuccia, che si lasciava sciogliere nell'acqua bollente per dare consistenza al brodo. Io vi propongo una versione "senza", ma se desiderate dare più forza al piatto potete aggiungere, nella fase di rosolatura iniziale, un po' di grassetto del prosciutto: mi raccomando che sia di color "rosa", segno di qualità!

Minestra di maggio

Ingredienti per 4 persone:
2 patate medie
1 cipollotto fresco grande o 2-3 piccoli (io ho usato la cipolla rossa)
200 g di piselli già sbucciati
200 g di tenere fave già sbucciate
300 g di quadrelli all'uovo
Qualche rametto di mentuccia
Parmigiano reggiano
Olio evo
Sale

Come procedere
Tagliare le patate a dadini piccoli e lasciarli riposare in acqua. Affettare sottilmente la cipolla fresca, farla rosolare con 2 cucchiai di buon olio e la mentuccia. Aggiungere, dopo qualche minuto, le patate sgocciolate, i piselli e le fave. Far insaporire solo un attimo e coprire il tutto con un litro di acqua. Regolare di sale e portare a cottura, se necessario aggiungendo acqua calda. A fine cottura insaporire con foglioline di maggiorana fresca e servire con parmigiano e un filo d'olio.


domenica 3 maggio 2015

Pane e frittata di primavera, con maggiorana e piselli

Mai rinunciare al pic-nic del week end del primo maggio anche se chiusi in casa. L’influenza passerà! Intanto ci vuole molto spirito di adattamento e un po' di immaginazione. Ma questo post è anche una buona occasione per parlare di frittate!




Nella mia infanzia il cibo principe del pranzo fuori porta era il panino con la frittata. Cibo antico, la fritatta, già consumato nell’antica Roma come ci ricorda Apicio. Esiste anche una sorta di guinness dei primati storico: si narra che ben mille uova furono impiegate per la super frittatona cotta nel 1535 nella Certosa di Padula (Sa) in onore di Carlo V di Spagna, che tornava vittorioso con il suo esercito dalla battaglia di Tunisi. Un evento culinario che è diventato anche una moderna rievocazione storica.

Ma veniamo alla questione delle questioni: la frittata si gira o no? Secondo Pellegrino Artusi, come si fa per la versione toscana la frittata "...non si cuoce che da una sola parte, il qual uso è sempre da preferirsi in quasi tutte. Quando è assodata la parte disotto, si rovescia la padella sopra un piatto sostenuto colla mano e si manda in tavola”.  Non tutti la pensano così. Per stare a casa mia, nelle Marche, citerò "Il cuoco perfetto marchigiano" opera di un'anonimo della fine dell'ottocento. Nel capitolo delle frittate e verdure  spiega il procedimento così: "Si squaglia una grosso pezzo di butirro (burro) nella padella, vi si mette dentro la composizione, si fa cuocere sopra un fuoco assai temperato, mescolando sempre con un cucchiai finché la frittata comincia a stringere, si muove allora la padella soltanto e si fa girare la frittata.Quando sarà gonfia e cotta da una parte d'un bel colore dorato, si volta dall'altra, le si fa prender colore ugualmente sempre ad un fuoco leggero, e quando sarò gonfia come un pan di Spagna, si serve subito".
Non vorrei contraddire l'ottimo Artusi, blogger ante litteram, ma io la frittata la faccio proprio così, fatta eccezione per il burro.

Frittata di primavera con maggiorana e piselli

4 uova fresche
60 g di piselli già sbucciati
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di latte intero
1 cipollotto fresco
1 cucchiaio di foglioline di maggiorana
Olio evo
Sale

Cuocere i piselli freschi per una decina di minuti in acqua salata. Scolarli. Battere  le uova con il latte, il parmigiano e un pizzico di sale; poi aggiungere le foglioline di maggiorana ben lavate. In una padella antiaderente far soffriggere il cipollotto tagliato sottile, facendo attenzione che non bruci; aggiungere i piselli e farli insaporire. Aggiungere le uova e muovere delicatamente finché cominciano a rapprendersi, in modo che i piselli si distribuiscano in modo omogeneo. Abbassare la fiamma e far girare la padella perché la fritta non attacchi. Quando si è asciugata e dorata, girarla con un piatto e cuocere alla morbidezza desiderata. Buon appetito!

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