lunedì 12 novembre 2012

Pizzette con salsa di peperoni e parmigiano


Per preparare queste pizzette sono necessari: un pomeriggio di pioggia, qualche ora di dolce ozio sul divano, leggendo un libro (nel mio caso il terzo di  Murakami, 1Q84) mentre lievita l'impasto, e un marito dolce e volenteroso come il mio, che impasta e impasta e impasta... Il risultato è ottimo: nessun sentore di lievito e un gusto piccantino che rigenera.

Ingredienti per 6 pizzette
500 g di farina 00
20 g di lievito di birra
1 bicchiere scarso di olio evo
1 cucchiaino di sale 


Per la salsa di peperoni
1 peperone rosso
1 peperone giallo
1 cipolla bianca
3 cucchiai di olio evo
sale

Inoltre... 4 cucchiai abbondanti di parmigiano reggiano grattugiato

Come procedere

Sciogliete il lievito in un mezzo bicchiere di acqua tiepida. Aggiungete un po' di farina, quanto basta ad ottenere una pastella omogenea e densa: il lievitino. Fatelo riposare, coperto con un panno, per circa un'oretta. Una volta lievitato, aggiungete tutto il resto della farina, in cui avrete mischiato il sale, l’olio e acqua necessaria a ottenere un impasto uniforme ed elastico. Lasciate ancora lievitare sino a raddoppiare di volume, un'altra ora circa. A lievitazione avvenuta riprendete in mano il panetto, che a questo punto avrà assunto le proporzioni di una pagnottella morbida e rotonda, e dolcemente stendetela  come nel mio caso in singole teglie monoporzioni o in una teglia da pizza quadrata. E poiché ancora piove, il libro è in una fase cruciale dove tutto può accadere  e non si riesce a mollarlo e... soprattutto perché questa attesa migliora l’impasto… lasciatela riposare nuovamente per un'altra oretta. 


Tra un passaggio e l'altro - o anche il giorno prima - preparate la salsa (che tra l'altro è ottima per condire anche un piatto di spaghetti). Pulire i peperoni privandoli dei  semi interni e tagliandoli a spicchi. Tagliate anche la cipolla a spicchi. Fate scaldare l'olio nella padella e poi buttateci peperoni e cipolle. Rosolate per qualche minuto, abbassate la fiamma, salate e portate a cottura aggiungendo un po' d'acqua. Passate tutto al passaverdura, con il disco a maglie più larghe, ricavando una salsa densa e grossolana. Aggiustate di sale e se serve aggiungete ancora un filo di olio a freddo. Semplice e veloce.
Quando la pizza avrà completato l'ultima fase di  lievitazione, allargatela ancora con le dita schiacciandola soprattutto al centro. Per ogni pizzetta singola versate due o tre cucchiai di salsa e ricoprite con un cucchiaio abbondante di parmigiano grattugiato. In forno per mezz’ora circa a 200°, per le singole pizzette bastano anche 20 minuti. La consistenza è croccante ma morbida. Perfetta... soprattutto grazie al marito!!!!

giovedì 8 novembre 2012

Millefoglie di canederli con chiodini e castagne



Un vecchio numero de La cucina italiana, dicembre 2001. La ricetta è di Anna Matscher del Zum Lowen. Invece di proporre la classica versione dei canederli (che a me piacciono moltissimo) ecco un'idea diversa che interpreta la tradizione di questo semplice ma gustoso piatto. La versione originale prevedeva spalla di maiale e crauti, la mia funghi e castagne. 

Ingredienti per 4 persone

Per i canederli
150 g di pane secco
10 cl di latte intero
60 g di parmigiano reggiano grattugiato
2 uova
noce moscata
sale e pepe nere
burro

Per il sugo
200 g di funghi chiodini
1 fetta di guanciale
2 cucchiai di olio evo
vino bianco secco
peperoncino
sale

Per la salsa
10 cl di panna fresca
una decina di castagne lesse

Come procedere
Riducete il pane a dadini piccoli, raccoglieteli in ciotola e bagnateli con il latte. Fateli ammorbidire un po' poi aggiungete le uova, il parmigiano, noce moscata (a seconda del gradimento) e regolate di sale e pepe. Amalgamate con le mani e create uno o due salsicciotti. Avvolgeteli in un panno o pellicola alimentare e lasciateli lessare in acqua salata per circa 20 minuti. Una volta tolti dall'acqua lasciateli raffreddare, poi tagliateli a fettine sottili. Con queste quantità io ho ottenuto due polpettoni lunghi circa 20 cm e circa 40 fettine sottili di 5 cm di diametro. Più di quanto servisse per 4 persone, ma quelli che restano possono essere gustati in brodo.

































Pulite i funghi e lavateli delicatamente. Fateli rosolare nell'olio insieme al guanciale a piccoli pezzetti, aggiungete un pezzetto di peperoncino e poco sale. Bagnate con del vino secco bianco e portate a fin cottura se necessario aggiungendo acqua. A parte sbriciolate le castagne lesse e fatele ammorbidire nella panna in un pentolino a fuoco molto basso. A questo punto non resta che far sciogliere una noce di burro in un'ampia padella, farci rosolare le fettine di canederli giusto un attimo, per renderli morbidi e gustosi, e comporre il millefoglie alternando le fettine alla salsa di chiodini. Nappate con la salsa di castagne e spolverate con parmigiano. Buon appetito!

lunedì 3 settembre 2012

“Tzatziki” di carciofi e cipolla di Tropea


















Eccola là, triste e malinconica: la busta di cuori di carciofo surgelati. Le mani che frugano nel congelatore istintivamente la lasciano indietro, preferendo le verdure raccolte nell’orto, fresche fresche, e diligentemente surgelate. Ma prima o poi… Carciofi nobilitati dallo yogurt greco.

Ingredienti
200 g di yogurt greco
10 cuori di carciofo
mezza cipolla rossa di Tropea
2-3 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di succo di limone
sale e pepe bianco

Come procedere
Lessate i cuori in acqua salata, lasciateli intiepidire poi frullateli grossolanamente insieme a olio e limone. Aggiungete lo yogurt, regolando di sale  pepe, e – a seconda del gusto o della compattezza dello yogurt – aggiungete ancora olio o limone. Tritate finemente la cipolla di Tropea - potete aumentare le dosi - e aggiungetela al composto. Potete lasciarne indietro qualche tocchetto per guarnire. Servite lo “tzatziki di carciofi” ben freddo e con pane bruscato. Ottima variante!

lunedì 18 giugno 2012

''Sandwich'' di alici e salvia





















Se adorate la salvia fritta ma anche le alici fritte, questa idea è perfetta per voi. Un veloce  antipasto estivo: piccoli ''sandwich'' di alici e salvia.


Ingredienti per 4 persone 

20 alici fresche
40 foglie di salvia 
due uova
pangrattato
olio per friggere
sale

Come procedere

Diliscare e togliere le teste  alle alici, sciacquandole con delicatezza sotto l'acqua corrente. Apritele a libro e asciugatele con carta assorbente, sempre delicatamente. Componete il ''sandwich'', racchiudendo ogni alice tra due foglie di salvia, una sopra e una sotto. 
Passate ogni ''sandwich'' prima nelle uova -  salate e battute - e poi nel pangrattato per due volte: otterrete così una doppia panatura, un po' più forte. 
Friggete in abbondante olio caldo, fino a quando non saranno rosolati. Lasciateli scolare su carta paia (io la preferisco)  e servite molto caldi,  spolverati con pochissimo sale. La combinazione di questi due sapori è perfetta, morbida la palato e stuzzicante.

giovedì 14 giugno 2012

Pasta fredda con fagiolini, limone e menta































Sole caldo, pasta fredda... ma non si rinuncia! Questa versione è una semplicissima declinazione del condimento dei fagiolini, che a me piacciono particolarmente con la menta.

Ingredienti per 4 persone
350 g di fusilli di Gragnano
200 g di fagiolini
il succo di un limone
una quindicina di foglie di menta
parmigiano reggiano
olio evo
sale

Come procedere
Spuntate e tagliate a tocchettini i fagiolini; lessateli in acqua salata per una decina di minuti (a seconda della tenerezza), in modo che siano cotti ma restino croccanti. Lessate anche la pasta e scolatela ben al dente. Condite, tutto a freddo, aggiungendo i fagiolini,  la menta tritata grossolanamente, olio e succo di limone. Regolate di sale se necessario e aggiungete  a secondo del gusto scaglie di parmigiano. Perfetti per un pic-nic al mare!!


giovedì 31 maggio 2012

Mezzelune di agretti e pecorino fresco


































Una goduria! Scusate la scarsissima modestia, ma visto che in cucina faccio anche grandi pasticci, quando un abbinamento funziona, mi sento felice e gratificata. Al palato questo piatto risulta molto gradevole, con un punta lievemente  acidula contrapposta alla dolcezza dei pomodorini e al profumo della mentuccia.


Ingredienti per 4 persone

Per la sfoglia
200 g di farina
2 uova

Per il ripieno
100 g di agretti o barba di frate
150 g di pecorino fresco
1 tuorlo
3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
sale

Come procederete
Preparate la sfoglia nel modo consueto. Versate a fontana la farina, avendo l’accortezza di lasciarne indietro un po’: in questo modo potete regolarvi man mano che lavorate a seconda della morbidezza dell’impasto che volete ottenere e dell'assorbimento della farina. Amalgamate le uova prima con la forchetta e quando sarà possibile lavorate con le mani fino a ottenere una palla elastica. Lasciatela riposare coperta da una ciotola.

Per il ripieno: sbollentate gli agretti per 5-6 minuti in acqua salata, devono solo ammorbidirsi. Lasciateli freddare e tritateli finemente. Tagliate a tocchettini piccolissimi - o se preferite grattugiate - il pecorino fresco. Amalgamate gli ingredienti con il parmigiano e un tuorlo d’uovo. Regolate di sale.

Stendete la pasta e ricavate con il copapasta dei cerchietti  da circa 7 cm. Riempite le mezzelune e sigillatele molto bene, aiutandovi con un po' d'acqua. Fatele cuocere in abbondante acqua salate. Io le ho ripassate in padella (con molta delicatezza)  in un sughetto di pomodorini datterini e maggiorana, spadellati in olio dove avrete fatto appassire cipolla fresca. Servite  con qualche fogliolina di mentuccia fresca e petali di formaggio grana. Veramente un piatto superbo nella sua semplicità, con il quale partecipo al contest di Fiordirosmarino.



giovedì 24 maggio 2012

Per il fidanzamento... coniglio alle erbe


































Correva l’anno 1477 quando l’arciduca Massimiliano d’Austria regalò a Maria di Borgogna - che avrebbe sposato quell’anno - un prezioso solitario grezzo, inventando, senza saperlo, l'uso di donare l'anello di fidanzamento. Più umilmente nelle Marche, secondo la tradizione contadina, la prima visita ufficiale del fidanzato si festeggiava cucinando il coniglio! Questa versione ricorda il tradizionale metodo di cottura delle Marche, il potacchio, caratterizzato da una base aromatica di aglio e rosmarino. Se ne discosta però, principalmente, per l'aggiunta di olive nere e l'impiego di un bouquet di erbe che in primavera abbondano!

Ingredienti per 6 persone
Un coniglio
200 g di olive nere
2-3 spicchi d'aglio
qualche pomodorino datterino fresco o un paio di pelati
un mazzetto aromatico: rosmarino, maggiorana, salvia, prezzemolo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio evo
sale e pepe



Come procedere
Pulite bene il coniglio, lavatelo anche con l'aceto - che toglie alle carni  quel gusto un po' "selvatico" - e  spezzatelo: tutto questo può farlo agevolmente il vostro macellaio di fiducia. Prima ancora di condirlo e cucinarlo con tutti i suoi aromi, passatelo in una padella antiaderente ben calda: dopo qualche minuto la carne "si velerà", assumendo un colore lattiginoso. Toglietela dal fuoco, non dovete rosolarla. Questo procedimento consente di preservare gli umori dell'animale, malgrado la cottura lenta e lunga. 
Nel frattempo tritate l'aglio e le erbe (di quest'ultime conservate circa un cucchiaino per fine cottura); fate rosolare dolcemente  nella casseruola di ghisa  il trito nell'olio, poi aggiungete i pezzi di coniglio lasciando che acquistino sapore. Aggiungete dopo qualche minuto il vino e lasciate sfumare. Solo a questo punto aggiungete anche olive  e pomodorini o pelati. Aggiustate di sale e pepe e portate a cottura a fuoco dolce per almeno un'oretta. Se necessario aggiungere un po' d'acqua per evitare che si asciughi troppo. Prima di portare in tavola  aggiungete le erbe tritate che avevate lasciato da parte, perché rafforzino l'aroma del piatto.

CONSIGLIO

Il coniglio, come spiegano le massaie, "rende poco": potete, a cottura ultimata, togliere i pezzi dal loro sughetto e buttare nella casseruola un paio di patate a dadini piccoli (il tempo di cottura deve essere breve altrimenti il sugo si asciugherà troppo e sarete costretti annacquarlo troppo). Lasciate cuocere senza mescolare troppo e alla fine ributtate il coniglio in pentola. Buon appetito!

venerdì 18 maggio 2012

Asparagi in teglia con le nocciole






































Ricetta primaverile e veloce, ma non proprio a calorie zero! Un contorno gustoso e un modo un po' diverso di servire gli asparagi.



Ingredienti per 4 persone
Un bel mazzo di asparagi,
2 cucchiai di parmigiano grattugiato,
1 cucchiaio di nocciole tritate,

30 gr di burro
sale e pepe macinato fresco.


Come procedere
Pulite bene gli asparagi, nettando il gambo. Fateli cuocere al vapore per una decina di minuti (e questa è parte sana). Poi sistemateli in una pirofila con fiocchetti di burro e parmigiano grattugiato. Fateli dorare in forno a 180° per altri dieci minuti. Serviteli cosparsi di granella di nocciole e pepe fresco macinato.





































PS. Chiedo preventivamente venia all'ideatore di questa ricetta: era un vecchio appunto nel quadernetto dei piatti da testare. Non so se presa da blog o riviste....

mercoledì 16 maggio 2012

I frascarelli di nonna Pia






































Come il cane di Pavlov che reagisce al suono di un campanellino, per me il sapore di questo piatto è indissolubilmente legato al battere, 
veloce e ritmato, della mannaia sul legno consumato della spianatoia.  I frascarelli sono un piatto povero e popolare, talmente semplice che commuove. Acqua, farina e un uovo per ottenere un polentina grumosa, che, secondo le neo mamme e le balie di un altro tempo, rendeva il latte abbondante e ricco. I frascarelli ottengono sapida corposità dal sugo con cui sono conditi, che nella tradizione era di pancetta. Ma procediamo con ordine.

Ingredienti per 6 persone
500 g di farina 0
1 uovo
acqua q.b
sale

Come procedere
Mettete sulla spianatoia la farina a fontana e aggiungete l'uovo (nella foto ne vedete due per  un chilo di farina). Nella versione tradizionale l'uovo non c'è, ma aiuta a rendere meno colloso l'impasto: ve lo consiglio. Salate e amalgamate, cominciando ad aggiungere un po' alla volta anche l'acqua.


Impastate con le mani. Difficile dire quanta acqua sia necessaria, perchè a seconda della farina e dell'umidità l'assorbimento è diverso. Ma questa che vedete in foto (sotto) è la consistenza che dovete ottenere: un impasto compatto ma grumoso e irregolare. 
























A questo punto con la mannaia o un coltello cominciate a battere l'impasto fino a ottenere tanti chicchi irregolari.



Procedete come per la polenta: mette sul fuoco circa 2 litri di acqua per 500 g di farina, pronti ad aggiungerne di calda se si addensa troppo. Poco prima del bollore buttate giù i frascarelli e girando con un mestolo aspettate che raggiungano la consistenza della polenta. Ci vorranno circa 15-20 minuti. Condite con un sugo corposo di pancetta e abbondate di pecorino.

PS. La ricetta è di Pia, bravissima cuoca  e adorabile nonna di pargoli scatenati! Grazie Pia...

lunedì 14 maggio 2012

Ho mangiato pane e olio

Torno al mio blog dopo mesi di fuochi spenti, forni freddi e pentole silenziose.  Due mesi dedicati alla famiglia e alla nonnina, che qualche giorno fa se ne è andata, alla superba età di 102 anni e 7 mesi.



Una vita piena e serena che oggi rende più grande il vuoto, ma dolce l'assenza.  Perché, come scriveva Pessoa, "così presto passa tutto ciò che passa".  

lunedì 27 febbraio 2012

Maiale alla birra cotto nella ghisa

Le cocotte di ghisa sono nate per le cotture lunghe e lente. Quelle che "stufano"! E la cocotte della Staub è anche molto bella da portare a tavola. 





Ingredienti
Un filetto di maiale (circa 500 gr),
una confezione di funghi misti surgelati (300 gr),
una mela fuji grande o due piccole,
6 scalogni,
due o tre spicchi d'aglio,
burro e olio evo,
salvia,

una bottiglia di birra Erdinger.

Come procedere

Mettere la cocotte sul fuoco, basso, con burro e olio. Fate rosolare gli scalogni tritati grossolanamente, l'aglio svestito e la salvia. Massaggiate il filetto con sale e fatelo rosolare un po'.  Bagnate con metà della birra e incoperchiate. Le cocotte Staub hanno nella parte interna del coperchio tanti  piccoli "speroni" che consentono all'umidità, rilasciata in cottura, di ricadere in pentola. Lasciate andare per una decina di minuti.  Tagliate a tocchetti la mela, aggiungetela al filetto insieme ai funghi ancora surgelati. Proseguite la cottura bagnando man mano con la birra rimasta,  fino a quando il liquido risulti assorbito e sia rimasto un sughetto godurioso. Ci vorrà almeno un'ora. Buon appetito!





























mercoledì 22 febbraio 2012

A Carnevale comprati 15 milioni di chili di dolci!

Quest’anno gli italiani hanno speso 120 milioni di euro in dolci tipici di Carnevale. Secondo i dati di Coldiretti  hanno acquistati 15 milioni di chili (il 20% in meno rispetto allo scorso anno) di dolci, tra sfrappe, castagnole, bombette etc.. Lo confesso: sono una di quegli italiani!!!

















Vita incasinata, per quest'anno la cicerchiata non è home made. La ricetta che vi do, però, è originale... successo assicurato!


Ingredienti

3 uova,
250 gr di miele di acacia,
farina 00  q.b,
2 cucchiai di olio evo,
un limone,

2 cucchiai di mistrà,

olio di girasole per friggere.

Come procedere
Come già ho scritto altre volte, mia nonna spesso era omertosa sulla quantità di farina. Lo è stata anche in questo caso, ma l’indicazione - pur  mancando - è precisa! Battete le uova intere con olio, mistrà e la scorza grattugiata di mezzo limone. Aggiungete farina fino a quando non otterrete un composto lavorabile con le mani, ma morbido. La consistenza deve esser tale da poter ricavare dei bastoncini della grandezza di una matita. Il procedimento è quello degli gnocchi: sulla spianatoia lavorate i bastoncini e ricavate da questi piccoli pezzetti di pasta con un coltello. Potete lasciarli così, tutti un po’ irregolari, o rotolarli tra le mani, con mooolta pazienza, per ottenere tante palline.

























Friggete le palline in olio abbondante, girandole e rigirandole. Toglietele quando sono dorate e lasciatele scolare su carta assorbente. Quando la consistenza della pasta è quella giusta, 
dopo la frittura le palline risultano leggerissime (nel peso). Vi avviso, sono come le ciliegie.. difficile resistere alla tentazione di mangiarle man mano che le friggete! Se riuscite a non mangiarle potete procedere: a parte sciogliete, a fuoco bassissimo, il miele, meglio in una pentola antiaderente. Non fatelo  scurire né tanto meno bruciare, deve solo essere abbastanza fluido da poterci rigirare bene dentro le palline fritte. Quando avrete ben amalgamato le palline con il miele, mettetele in forma aiutandovi con un mezzo limone che darà molto profumo alla cicerchiata e eviterà che il miele, raffreddando, si attacchi alle vostre mani e al piatto di portata. Potete scegliere la classica forma  a ciambella, monoporzioni come queste che vedete in foto o la forma più semplice a tronchetto. Qualcuno aggiunge  alla cicerchiata le mandorle o zuccherini colorati.


PS. Il nome sembra  derivi dalla cicerchia, per la forma delle palline simile ai piccoli legumi.. ma chissà??!!

lunedì 13 febbraio 2012

Identità nevose: patate Usa e gnocchi italiani


Previsioni puntuali al minuto qui nelle Marche. Venerdì è arrivata la seconda ondata di gelo. Bufere di neve, ghiaccio ovunque, scuole chiuse e io sono di nuovo a letto con la febbre. Mentre fuori la neve cade senza sosta e si ammonticchia tra i vicoli stretti del borgo natio, sospinta da un vento furioso, io leggo… 
























Ma lo sapevate che i grandi cuochi delle corti rinascimentali preparavano ottimi gnocchi? Il celebre Messisbugo li cucinava  per la tavola degli Estensi, a  Ferrara. Il cuoco di papa Pio V, il grande  Bartolomeo Scappi, utilizzava “fiore di farina, mollica di pane e acqua bollente” e li serviva con una salsa d'aglio. Al tempo li chiamavano "maccheroni", proprio come quelli che precipitano da un monte di parmigiano nella novella del Boccaccio. Solo quando arrivò la patata dell'America, gli gnocchi-maccheroni smisero di assomigliare ai canederli e si trasformarono in quella delizia che oggi siamo abituati a mangiare.
 
Equilibrio tra farina e patate (mai quelle nuove): il segreto degli gnocchi è tutto qui. Scriveva l'Artusi: “Vi noto la proporzione della farina per intriderli, onde non avesse ad accadervi come ad una signora, che, me presente, appena affondato il mestolo per muoverli nella pentola, non trovò più nulla”. Colpa della scarsa farina... “appena furono nell'acqua bollente si liquefecero”. La proporzione ideale per il papà della cucina italiana è di 250 gr di farina per 400 gr di patate gialle. Io francamente mi trovo bene  con meno farina.

Ingredienti
1 chilo di patate,
200-250 gr di farina,
farina di riso (per conservarli)
sale.

Come procedere
Lessate in acqua salata le patate, poi sbucciatele e passate allo schiacciapatate. Aggiungete, mentre sono ancora calde, un pizzico di sale e la farina, un po' alla volta. La regola aurea è: la consistenza deve esser tale da poter lavorare il composto senza che si attacchi alla mani. Quindi se serve un po' più di farina usatela e tenete la spianatoia sempre ben spolverata di farina mentre lavorate. Ricavate tanti bastoncini grandi quanto un mignolo e tagliateli a pezzetti. Ottima per conservare gli gnocchi senza che si attacchino è la farina di riso: abbondate e poi setacciateli delicatamente prima di buttarli in acqua bollente. Tirateli fuori dall'acqua appena salgono in superficie, come piccoli relitti... 























Conditeli dentro un contenitore   basso e largo senza mescolarli troppo. Il condimento che preferisco? Un semplice sugo di pomodoro. E' una questione di identità: patate e pomodoro americani, trasformati dai nostri sapienti cuochi in una identità tutta italiana: gli gnocchi!

  
PS. Il libro  è “Il riposo della polpetta” di Massimo Montanari: ci trovate questa e altre storia molto interessanti sul cibo (Editori Laterza). Da non perdere!


Questo invece è il borgo natio ammantato di neve!

martedì 7 febbraio 2012

La stracciatella batte il Grande Freddo

Forse di origine medioevale, questa minestra robusta era,  nella tradizione marchigiana, irrinunciabile nei pranzi di matrimonio. Dopo l'antipasto e prima dell'allesso.  Io l'ho ingentilita...

Ingredienti per 4 persone 
Circa un litro di ottimo brodo,
4 tuorli (5 se  piccolini),
6 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato,
scorza di limone grattugiata,
sale.
Come procedere
La stracciatella si prepara con le uova intere, che, addensandosi, danno un effetto rustico a questa minestra. Se invece utilizzate solo i tuorli otterrete una crema vellutata, gradevolissima al palato. Mentre il brodo borbotta sul fuoco, dividete tuorli e albumi e conservate quest’ultimi per golose meringhe o frittate “bianche”; battete i tuorli con il parmigiano aiutandovi con un mestolo di brodo caldo. Incorporatelo man mano, in modo da diluire il composto e non far aggrumare le uova. Aggiungete la scorza di limone grattata (meno di mezzo limone piccolo) e un pizzico di sale.  Continuate ad aggiungere brodo fino a quando avrete un composto liquido. A questo punto buttate tutto nel brodo bollente e continuate a mescolate con una frusta in modo da ottenere un crema vellutata. Bastano cinque minuti sul fuoco! Il nome probabilmente viene dal gesto di "stracciare" l'uovo con la frusta dentro il brodo.



















Alcuni suggerimenti.
1. Potete sostituire/aggiungere alla buccia di limone la noce moscata. 
2. Qualcuno mischia il pangrattato al parmigiano: decisamente molto meno gradevole. Sconsigliato!!! Invece potete aggiungere un ulteriore cucchiaio di parmigiano se le uova sono grandi.
3. Le nonne la consigliano alle neo mamme perché  favorisce l'allattamento.

lunedì 6 febbraio 2012

Mukka e la neve


Le mimose erano tutte fiorite, ora la neve spinge i rami a terra...























I ghiaccioli sono ovunque, più grandi o sottilissimi.  Pendono dalle fontane, dai tetti e rubinetti,  dai balconi.



Le panchine scompaiono e i parchi si ammantano di silenzio....



... i cortili si trasformano in bianchi teatri.

























Mukka, curiosa, guarda i fiocchi... ma non esce!

martedì 31 gennaio 2012

Contro il Grande Freddo cocotte di cavoli e gorgonzola

Leggevo ieri un articolo de La Stampa  su come attrezzarsi per affrontare l’ondata di gelo in arrivo. Nel “kit di sopravvivenza”, suggerito dal ministero della Salute, anche cavoli e mele che pare possano  aiutarci a battere il Grande Freddo. E poiché nelle Marche il gelo è già arrivato e la neve l'aspettiamo a momenti, mi sono data da fare….


Ingredienti per 4 terrine
2 cavoli bianchi di media grandezza,
1 confezione da 200 ml di panna fresca,
150 gr di gorgonzola dolce,
60 gr di parmigiano reggiano grattugiato + 4 cucchiaini per la finitura,
sale e pepe bianco


L





















Come procedere
Sciogliete a bagnomaria gorgonzola e parmigiano nella panna, quando sono ben amalgamati insaporite con due pizzichi di pepe bianco ma non aggiungete sale alla salsa, che è già abbastanza saporita! In acqua salata fate cuocere per una decina di minuti le “cimette” dei cavoli, che avrete privato delle foglie esterne e della parte centrale più dura. Devono rimanere croccanti, toglietele appena cambiano colore.


























Disponete le "cimette" nelle terrine, distribuite in parti uguali la salsa e spolverate ogni  cocotte con un cucchiaino di parmigiano,  giusto per far formare la crosticina. In forno a 180 gradi per circa 15 minuti, tirate via quando sono dorate. Non so se così il Grande Freddo sarà sconfitto,  ma vi assicuro che, dopo la degustazione, vi sentirete ben disposti e pronti a affrontare ogni avversità metereologica! Buona giornata
.

martedì 24 gennaio 2012

Gallina vecchia fa buona... insalata! Cuori di riso

Nell'attesa dei fritti di carnevale e sperimentando gli ultimi acquisti in vista di San Valentino, vi propongo un piatto unico, molto light, da mangiare in due. Complice una gallinella cicciotella che mi ha regalato un brodo superbo...



















Non c'è ricetta vera e propria: tutto quello che dovete fare è ottenere un buon brodo di gallina, nel metodo classico: cipolla, carota, sedano... qualche pomodorino. Schiumate e attendete con pazienza per almeno un paio d'ore. Lasciate raffreddare la gallina, poi spolpatela e riducetela in piccoli tocchetti e pezzetti. Conditela con olio evo e aceto balsamico, aggiungete tocchetti di pera, noci tritate, qualche foglia di insalata tagliata sottile (o valeriana). Regolate di sale. Intanto nel brodo cuocete il riso (h
o usato il Carnaroli) come fosse una minestra, ma portatelo alla consistenza di un risotto (non deve essere brodoso). Mantecate solo con del buon parmigiano reggiano (evitate di aggiungere il  burro).














Non che avessi bisogno di un nuovo stampo copapasta - lo ammetto - ma a forma di cuore.... non ho resistito!!!! Per ogni stampino ho utilizzato circa 4 cucchiai di riso e più o meno la stesso equivalente di insalata. Due cuoricini a piatto: decorate il cuore di riso con granella di nocciola tostata e quello di insalata con una fettina sottile di pera, tagliata con lo stesso copapasta. 















Perfetto "matrimonio" di gusti. Buon appetito.

venerdì 6 gennaio 2012

Tortini di patate (o spinaci) per la Befana


L'Epifania tutte le feste porta via! E se quest'anno la Befana fosse così gentile da prendere con se anche i malanni che mi affliggono dal 31 dicembre (che ho festeggiato a letto con la febbre), gliene sarei davvero grata.


















Per invogliare la vecchina dalla scarpe tutte rotte, ho deciso di provare con il salato. Sarà pur stufa di latte e biscotti! Ecco una ricetta (con variante) molto veloce che va bene come contorno o antipasto. Le verdure si possono facilmente sostituire.


Ingredienti per 4 tortini
4 patate grandi (da circa 200 gr l'una),
2 uova intere,
250 ml di besciamella,
150 gr di parmigiano reggiano grattugiato,
sale e pepe,
una noce di burro per ogni tortino.

Come procedereSbucchiate e tagliate le patate a piccoli cubetti. Fateli cuocere in acqua bollente salata per 5 minuti. Scolateli e lasciateli freddate. A parte amalgamate le uova con il parmigiano, lasciandone indietro un pizzichino per ogni tortino (da mettere prima di passare in forno) e la besciamella. Amalgamate fin quando il composto non risulterà omogeneo. Salate e pepate. Aggiungete ora i tocchetti di patata e amalgamate il tutto.
 


















Invece dei soliti pirottini di alluminio, questa volta ho utilizzato delle formine da crostatina di carta da 10 cm; il tortino risulterà largo e basso. Lo stampo di carta non ha bisogno di essere unto, per cui versate in ognuno composto sufficiente a riempirlo e livellate con il cucchiaio.  Completate con una noce di burro e il parmigiano che avevate lasciato indietro, perchè si crei una saporita crosticina in cottura. In forno a 180°, ventilato, per circa 20 minuti. Il tortino dovrà essere dorato. Servite intero o piccoli spicchi se lo utilizate per contorno.

Variante con gli spinaci
Sostituite la patate con 3 etti di spinaci lessati e asciugati in padella con una noce di burro. Tritateli e amalgamateli al composto di uova e besciamella. Stesso preocedimento: riempite gli stampini, guarniteli con una noce di burro e un cucchiaino di parmigiano.. e in forno!













Ps. Ecco le dosi di riferimento per la besciamella: per mezzo litro di latte, 50 gr di farina e 50 di burro, sale e  noce moscata (ma in questo caso non l'ho usata). Per quattro tortini bastano 250 ml di latte.

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