martedì 26 luglio 2011

Kouglof… il delitto è servito

“Accompagnandola lungo i vicoli, Adamsberg si rese conto che la voglia di mangiarla superava di gran lunga quella di andare a letto con lei. Quella donna gli metteva un appetito smisurato, ricordandogli all’improvviso l’enorme fetta di kouglof, morbido e tiepido, con miele, che aveva divorato da bambino a casa di una zia in Alsazia”. (Fred Vargas - “La cavalcata dei morti”, pg 189).

Potevo lanciarvi una disfida senza cimentarmi io stessa? E poi ho appena letto l'ultima pagina de "La cavalcata dei morti" della Vargas, tra i miei scrittori preferiti. Ve lo consiglio. Il commissario Adamsberg sta parlando di Lina, donna "luminosa" che, in mezzo ai boschi della Normandia, vede passare la Schiera furiosa, masnada di morti che ghermisce i vivi, colpevoli di atrocità ma sfuggiti alla giustizia terrena. Un dono che è una maledizione, intorno a cui ruota tutta l'indagine. La ricetta del kouglof, soffice e dolce come il seno di Lina, è di Christophe Felder, nell’interpretazione del Cavoletto, così rivisitata da me: uvetta sostituita con ciliegie morbide “Amor bio”, simili per consistenza all'uvetta ma da gusto più aspro, più zucchero e meno lievito.

Ingredienti
275 gr farina forte (la 330 della Molino Rossetto),
125 gr di latte intero,
65 gr di burro,
1 uovo,
50 gr di ciliegie “Amor bio”,
50 g di zucchero,
1 cucchiaio di cognac,
9 gr di lievito di birra fresco,
1 cucchiaino di sale,
zucchero a velo (per guarnire)

per lo stampo
burro fuso per spennellare,
mandorle a fettine



Come procedere
Preparate il lievitino nella ciotola della planetaria (la mia scintillante kenwood) con 35 gr di acqua a temperatura ambiente, 50 gr di farina presi dal totale e il lievito. Otterrete un pallina d’impasto, morbida, che dovete coprire il resto della farina (ovvero 225 gr): sotto questa coltre calda lasciate riposare almeno un’ora. Riprendere la ciotola aggiungere l’uovo, il latte, lo zucchero, e cominciate a impastate con la foglia a velocità 1,5. Dopo circa una decina di minuti abbassate la velocità al minimo, aggiungete il sale e il burro, a temperatura ambiente, a pezzetti. Ci vorrà almeno un quarto d’ora perché l’impasto diventi meno appiccicoso e più elastico. Alla fine incorporate le ciliegie (la loro consistenza è come quella dell’uvetta) e il cognac. Coprire la ciotola con la pellicola e lasciar lievitare finché l’impasto sarà raddoppiato di volume (circa un’ora e mezzo). Nel frattempo spennellate lo stampo con il burro fuso e spolverarlo con le fettine di mandorle che aderiranno ai bordi.

A questo punto cercando di non maneggiare troppo la pasta, sistemate l’impasto nello stampo da kouglof (il mio è di 22 cm): l’impasto dovrebbe occupare tre quarti dello stampo. Sistematelo cercando di non smontarlo troppo e coperto e al caldo lasciate che lieviti per altre due ore o quando avrà ricoperto lo stampo. Poi in forno a 170° ventilato per circa 25 minuti (prova stecchino). Consumatelo tiepido, spolverato di zucchero a velo.

E così vi ricordo la disfida.

venerdì 22 luglio 2011

Kürtöskalács: dalla Transilvania alle Marche

Un pandolce dal nome croccante: kürtöskalács. Un dolce ungherese, molto antico, originario della Transilvania. Come sia possibile degustarlo nelle Marche, in riva al mare? Miracolo delle proloco e di gemellaggi improbabili.

Il Kürtöskalács è una delizia semplice, un sapore da bambini. Lo hanno inventato i Siculi. No, non i nostri fratelli isolani, che si sono dedicati - molto più opportunamente - a cassatine e pupi di marzapane - , ma quelli di Transilvania, popolazione di lingua ungherese. Si preparava dopo aver sfornato il pane, quando la brace era ancora calda. Sempre presente nei pranzi importanti, come battesi o matrimoni. Oggi lo mangi in strada, anche a migliaia di chilometri da dove è nato.


Si tratta di una massa di pane lievitata, molto lievita... perché rimane leggerissima, fatta di farina acqua, olio e lievito fresco. Se ne ricavano lunghe striscioline, che vanno arrotolate a spirale intorno a un cilindro di legno e poi passate, come se si tiraste la sfoglia con un mattarello, nello zucchero.



Ogni dolce nel suo cilindro viene cotto sul fuoco o dentro speciali forni elettrici. E, dopo la cottura, quando lo zucchero caramellato è ancora umido, viene rotolata ancora nelle scaglie di cocco, cioccolato nocciole o mandorle, secondo il gusto.



L'odore di caramello ti raggiunge anche a distanze siderali e ti guida verso il banchetto!!!! L'aspetto è quello di un cono di pasta, più o meno grande, vuoto all'interno. La consistenza è morbida all'interno e croccante al morso. E' un sapore che consola, coccola e cura!!!! Si vende in sacchettini lasciati aperti perchè il vapore salga su senza mollificare l'impasto.

Se volete saperne di più: www.kurtoskalacs.com. Provatelo, è davvero ottimo.

mercoledì 13 luglio 2011

Qualcosa è cambiato: il pandolce

Qualcosa è cambiato. E non è solo che oggi ho un anno di più. E’ proprio cambiata radicalmente la fisionomia della cucina, direi quasi la sua luminosità. E' arrivata lei... la planetaria. Ma che dico?! LA planetaria: la Kenwood Titanium KM020. Il mio personalissimo regalo di compleanno anticipato! Ci sono incontri che ti spingono nella direzione che avevi già preso, con maggiore decisione!!! Per fortuna. Da quando ci siamo trovate, ho preparato frolle, spumini al cioccolato, una meravigliosa pavlova (se fossi un dolce vorrei essere tanto una pavlova!). E lui, il pandolce alle mele di Adriano.


Ingredienti per un pandolce
320 gr farina W300 (Molino Rossetto),
170 gr di succo di succo di mela,
1 uovo intero,
50 gr zucchero semolato,
75 gr di burro,
6 gr di sale,
7,5 gr di lievito di birra fresco,
cucchiaio di miele,
la punta di un cucchiaino di bicarbonato,
buccia di limone non trattato,
250 gr di mele bio essiccate morbide “Amor bio”,
zucchero di canna,
cannella in polvere.

Come procedere.
Il procedimento di Adriano lo trovate qui. Io ho dimezzato le dosi per un solo pandimele e ho utilizzato le mele bio essiccate morbide della linea “Amor bio”, che eliminano parte del lavoro. Nella consistenza sembrano uvetta. Preparate il lievitino con il succo di mela, 3 gr di lievito di birra e 100 gr di farina nella ciotola della meravigliosa Kenwood (o in quel che di meraviglioso e funzionale avete). Lasciate lievitare un paio d’ore. Sciogliete il lievito rimanente in un cucchiaio d’acqua e, quando il lievitino sarà bello gonfio, unitelo, insieme a un altro po’ di farina, setacciata con il bicarbonato. Cominciate a far lavorare: gancio e velocità 1,5. E progressivamente unite l’uovo, il sale, lo zucchero e la farina restante. Ogni tanto rigirare l’impasto perché il lavoro della macchina sia uniforme. Dopo circa una decina di minuti, riducete al minimo la velocità, unite il miele, la buccia grattugiata del limone e il burro morbido a pezzettini. Quando il burro è tutto assorbito riportate la velocità a 1,5 fino a ottenere una palla omogenea e estensibile. Circa una ventina di minuti. Lasciate raddoppiare di volume.



Rovesciate l’impasto sulla spianatoia infarinata e stendetelo con delicatezza col matterello, ad un'altezza di circa un dito. Poi piegatelo in tre nel senso della lunghezza , giratelo di 90° e di nuovo in tre (guarda le pieghe). Coprite e lasciate riposare un quarto d’ora. Stendete l’impasto a rettangolo (il lato corto verso di voi) e distribuite sopra le mele tagliate a striscioline, spolverizzate con la cannella. Avvolgete il rotolo partendo dalla parte più lontana e chiudendolo bene man mano che l’avvolgete verso di voi. Mettetelo a riposare e lievitare ancora un'ora circa dentro lo stampo da plum cake ricoperto di carta forno. Poi pennellate di latte aggiungete la granella di zucchero e lo zucchero a velo. In forno 180° per ca. 30 – 35’, fino a cottura. Ideale per morbide colazioni salutari!!!!

lunedì 4 luglio 2011

"Il delitto è servito": disfida culinaria

"Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone”. L’avete riconosciuto? Ma certo, Camilleri ha uno stile inconfondibile. E potreste pensare a Montalbano senza pensarlo anche a tavola? La passione per la buona cucina contagia moltissimi detective “di carta”: da Carvalho a Maigret fino al raffinato gourmet Hercule Poirot. Su questo tema L’acqua 'dorosa lancia la sua prima disfida culinaria: “Il delitto è servito”.



La disfida è organizzata in collaborazione e nell’ambit del Festival GialloMare, che si svolge nelle Marche. Presto troverete on line il programma aggiornato di questa quarta edizione, ma posso già anticiparvi che avremo con noi Maurizio De Giovanni, papà dell'indimenticabile Ricciardi, e Elisabetta Bucciarelli, che ha vinto il premio Scerbanenco 2010. Di qua sono passati i migliori: da Lucarelli a Varesi, da Carlotto a Colitto, solo per fare qualche nome. Il vincitore di questa gara di "intrigi e intingoli" verrà premiato alla presenza dei giallisti presenti al festival e vedrà cucinata e degustata la propria ricetta in una "cena con delitto d'autore". Ma i premi non finiscono qui, perché partner direi perfetto di questa sfida è la Zwilling che offrirà al vincitore assoluto uno speciale coltello (Twin Profection) del valore di oltre 100 euro... perchè i coltelli è meglio usarli in cucina!!!!!

Vi ho incuriosito abbastanza? Allora continuate a leggere....

La ricetta
Scegliete una ricetta tra le tante pubblicate, sia nelle raccolte dedicate (esempio più classico è “La cucina di Montalbano”) che nei libri dei vari scrittori di giallo e noir, italiani e no: potete seguire una ricetta pubblicata in dettaglio o farvi ispirare dalla sola citazione di un piatto. Potete riprodurre la preparazione fedelmente o modificarla in modo creativo. Sono ammesse tutte le categorie, dall'antipasto al dolce.Dovete indicare il titolo del libro e la pagina da cui la ricetta è tratta.

Chi può partecipare
La disfida culinaria è riservato a blogger e no. Chi ha il blog deve esporre il banner dell’iniziativa e postare il link della propria ricetta nel post del concorso. Chi non ha un blog può inviare una mail con la ricetta e la foto all'indirizzo lacquadorosa@gmail.com.

Scadenza
E’ possibile partecipare o inviare una sola ricetta, corredata da un o più foto entro la mezzanotte del 5 settembre 2011. Valgono ricette già pubblicate. Tempo di vacanze e relax… approfittate per leggere gialli e partecipare!

La giuria
Come in ogni vero giallo... non tutto sviene svelato all'inizio! Posso dirvi però che la giuria è composta da esperti di letteratura gialla e blogger marchigiani doc. Selezioneranno le tre ricette migliori valutando principalmente la qualità del piatto, ma tenendo presente anche la “ricerca” letteraria.



Cosa si vince
Con i premi abbiamo proprio voluto esagerare!!!
1. Le ricette migliori saranno inserite nei menù delle “cene con delitto d’autore” del festival GialloMare 2011.
2. Il vincitore assoluto sarà premiato, in occasione di una cena con delitto, alla presenza dello scrittore ospite. Il premio è uno speciale coltello da cuoco (Twin Profection) del valore di oltre 100 euro offerto dalla ditta Zwilling.
3. Le ricette selezionate saranno pubblicate online in un pdf e/o in una pubblicazione cartacea ad hoc.

ACCETTANO LA SFIDA
Gli arancini di Montalbano di Chiara - La voglia matta
Il kouglof di Fred Vargas (fuori concorso)
La torta di riso di Maigret di CorratoT
Morte deliziosa
di Agatha Christie di Menù Turistico
La zuppa di castagne di Nero Wolfe (fuori concorso)
La sfogliatella riccia di Ricciardi di Alterkitchen
La caponata di Camilleri
di Patty
Riso alle vongole di Montalban di Mamma Loredana
Lo sformatino di anellini di Camilleri
di Acqua e farina
Polpettone all’uso zingaro di Malvaldi di Claudio (no blog)
I crostini di pepe Carvalho di Zeroincucina
Quiche lorraine di Maigret (in versione Csi) di Luigi (no blog)
Stracotto di manzo alla vigatese con caponatina di Montalbano di Max (no blog)
Manzo alla Holmes di Moira (no blog)
La 'pasta 'ncasciata di Camilleri di Daniela&Diocleziano

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