Previsioni puntuali al minuto qui nelle Marche. Venerdì è
arrivata la seconda ondata di gelo. Bufere di neve, ghiaccio ovunque, scuole
chiuse e io sono di nuovo a letto con la febbre. Mentre fuori la neve cade
senza sosta e si ammonticchia tra i vicoli stretti del borgo natio, sospinta da
un vento furioso, io leggo…
Ma lo sapevate che i grandi cuochi delle corti
rinascimentali preparavano ottimi gnocchi? Il celebre Messisbugo li cucinava per la tavola degli Estensi, a Ferrara. Il cuoco di papa Pio V, il grande Bartolomeo Scappi, utilizzava “fiore di
farina, mollica di pane e acqua bollente” e li serviva con una salsa d'aglio.
Al tempo li chiamavano "maccheroni", proprio come quelli che precipitano da un monte
di parmigiano nella novella del Boccaccio. Solo quando arrivò la patata dell'America,
gli gnocchi-maccheroni smisero di assomigliare ai canederli e si trasformarono in quella delizia che oggi siamo
abituati a mangiare.

Equilibrio tra farina e patate (mai quelle nuove): il segreto degli gnocchi è tutto qui. Scriveva l'Artusi: “Vi noto la proporzione della farina per
intriderli, onde non avesse ad accadervi come ad una signora, che, me presente,
appena affondato il mestolo per muoverli nella pentola, non trovò più nulla”.
Colpa della scarsa farina... “appena furono nell'acqua bollente si liquefecero”. La proporzione ideale per il papà della cucina italiana è di 250 gr di farina per 400 gr di patate gialle. Io francamente
mi trovo bene con meno farina.
Ingredienti
1 chilo di patate,
200-250 gr di farina,
farina di riso (per conservarli)
sale.
Come procedere
Lessate in acqua salata le patate, poi sbucciatele e passate
allo schiacciapatate. Aggiungete, mentre sono ancora calde, un pizzico di sale e
la farina, un po' alla volta. La regola aurea è: la consistenza deve esser tale
da poter lavorare il composto senza che si attacchi alla mani. Quindi se serve
un po' più di farina usatela e tenete la spianatoia sempre ben spolverata di
farina mentre lavorate. Ricavate tanti bastoncini grandi quanto un mignolo e
tagliateli a pezzetti. Ottima per conservare gli gnocchi senza che si attacchino è la farina di riso: abbondate e poi setacciateli delicatamente prima di buttarli in acqua bollente. Tirateli fuori dall'acqua appena salgono in superficie, come piccoli relitti...
Conditeli dentro un contenitore basso e largo senza mescolarli troppo. Il condimento che preferisco? Un semplice sugo di pomodoro.
E' una questione di identità: patate e pomodoro americani, trasformati dai
nostri sapienti cuochi in una identità tutta italiana: gli gnocchi!
PS. Il libro è “Il riposo della polpetta” di Massimo
Montanari: ci trovate questa e altre storia molto interessanti sul cibo (Editori
Laterza). Da non perdere!
Questo invece è il borgo natio ammantato di neve!