giovedì 21 ottobre 2010

Il brodo dell'infanzia: i passatelli

Nonna si metteva in cucina presto, ogni mattina, e i sapori della colazione spesso si mischiavano a quelli del pranzo che sarebbe venuto.


















Nelle giornate d’inverno più fredde, i vetri della finestra si appannavano per il vapore del brodo e ci si poteva disegnare sopra col dito: faccine buffe, barchette in mezzo al mare, alberi e fiori. A produrre quella lavagna di nuvole era l’allesso, come si usa nelle Marche: pezzi di ottima carne buttati nell’acqua fredda (e non calda, quello è il bollito), perché cedano tutti gli umori migliori. Le soluzioni speciali per accompagnare il brodo erano due: la stracciatella, che a volte nonna preparava solo con il rosso d’uovo, trasformando questo piatto semplice in una vellutata quasi impercettibile per consistenza al palato, ma potentemente saporita, e i passatelli. Vi offro la ricetta semplificata di questo piatto, perché in origine si metteva anche il midollo, che oggi qualcuno sostituisce con una noce di burro.

Ingredienti (per 4 persone)
100 gr di parmigiano reggiano,
100 gr di pane vecchio (o pangrattato),
2 uova intere,
un pizzico di sale,
la buccia di mezzo limone grattugiata.



Come procedere
Premessa: le dosi sono indicative perché esistono diverse variabili: la grandezza delle uova, ad esempio, o se utilizzate pangrattato invece del pane vecchio. Dovete trovare una giusta proporzione tra gli ingredienti. L'esperienza aiuta. Quello che può succedere è che i passatelli, invece di conservare la loro forma, si sciolgano letteralmente nel brodo: in questo caso otterrete una "stracciatella di passatelli" che è la terza variante della nonna, quando qualcosa andava storto!!!! A me è successo diverse volte, ma non voglio allarmarvi: non è difficile, anzi è una ottima minestra, che piace molto anche ai bambini.
Mescolando tutti gli ingredienti, otterrete un composto consistente. Lasciatelo riposare in frigorifero almeno un'ora. Per realizzare i passatelli esiste un ferro specifico, purtroppo quello della nonna è inutilizzabile; io uso lo schiacciapatate che vedete in foto e che ha fori abbastanza grandi. Mettete nell'attrezzo il composto dividendolo in più parti e premete per ottenere i passatelli, tagliatendoli con un coltello alla lunghezza desiderata e lasciandoli cadere direttamente nel brodo: c'è chi li fa molto lunghi, io li preferisco più piccoli, circa un dito. Lasciateli bollire per 5 minuti e servite. Se volete testare la tenuta, vi consiglio di provare con una piccola parte: se reggono ok, se si sciolgono aggiungete un po' di pan grattato al composto.

E con questa ricetta partecipo al contest di "Basilico, malva e cerfoglio".

martedì 19 ottobre 2010

Riso e galline: news gustose

In attesa di una nuova ricetta che posterò domani, vi segnalo alcune notizie che credo possano interessarvi. Nel mio lavoro le news circolano così velocemente da non avere il tempo di leggere tutto, ma spesso me ne capitano di davvero "gustose". Proprio come queste.

“Basta galline allevate in gabbia". Dai primi di ottobre sugli scaffali degli oltre 1400 punti vendita Coop si trovano solo uova di galline allevate a terra, all’aperto e biologiche. Coop ha anticipa la Direttiva Europea sulla protezione delle galline ovaiole negli allevamenti che ha introdotto il bando delle gabbie di batteria convenzionali dal 1° gennaio 2012. Sono oltre 1,3 milioni le galline che vivranno fuori dalle gabbie. In virtù di questa scelta domani, mercoledì 20 ottobre, a Parigi Coop Italia riceverà il premio “Good Egg”, un riconoscimento assegnato da “Compassion in World Farming”, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento.



Il riso sul banco degli imputati. Confronto all'americana tra accusa e difesa nell'aula di Corte d'assise del Tribunale penale di Bergamo. La provocatoria iniziative del Cesvi è stata l’occasione per “riflettere sulla sostenibilità della sua coltivazione, sull’introduzione di brevetti e organismi geneticamente modificati". "Oggi il riso è uno dei responsabili del cambiamento sociale, economico e ambientale di molti Paesi - sostiene l'organizzazione -: la riduzione della sua produzione nonostante l’aumento della domanda, l’incremento dei prezzi fuori controllo, il tentativo del riso basmati di monopolizzare il mercato a discapito delle altre specie" lo rendono un prodotto strategico. L'accusa era sostenuta da Slow Food Lombardia, la difesa dall’avvocato Ettore Tacchini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo, mentre il ruolo del cancelliere era affidato al comico Max Pisu. Sul banco dei testimoni: la giornalista Cristina Parodi, testimonial Cesvi, Gabriele Corti, agricoltore e fondatore della Cascina Caremma, Carlo Marino Cerrato, agronomo tropicalista ed ex funzionario dell'Istituto agronomico d'oltremare e Paolo Pedon della Pedon Spa, azienda leader in Italia nella lavorazione e distribuzione di legumi e cereali secchi.

Fonti: le foto sono tratte dal sito www.e-coop.it e www.cesvi.org.

lunedì 18 ottobre 2010

Post rosa... con ciambella

Ottobre è il mese per la prevenzione del cancro al seno. Come molti blog, oggi l'acqua 'dorosa aderisce alla campagna di sensibilizzazione e alla rivoluzione in rosa, per ricordare che prevenire è importante.


Per celebrare questa occasione ho preparato una ciambella con marmellata di rose.



Ingredienti
300 gr di farina 00,
50 gr di zucchero,
50 gr di burro,
50 gr di latte,
2 uova,
15 gr di lievito di birra,
un pizzico di sale,
marmellata di rose fatta in casa.



Come procedere
Preparate il lievitino: mettete in un ciotola la farina, fate spazio al centro e aggiungete lo zucchero e il lievito sciolto nel latte a temperatura ambiente. Amalgamate solo poca farina, il lievitino deve rimanere liquido, e lasciate riposare finchè non lievita. A questo punto cominciate a incorporare tutta la farina. Aggiungete le uova, il pizzico di sale e il burro sciolto al microonde. Impastate (io... ancora a mano) fino ad ottenere un palla ben liscia, morbida e elastica. A questo punto stendetela, cercando di ottenere un quadrato. Spalmate tutta la superficie con abbondante marmellata e arrotolate su se stessa la pasta dal lato più lungo.



Arrotolate su se stesso il "salsicciotto" che avete ottenuto, ottenendo la forma della ciambella. Sigilate la chiusura con latte. Ponete la ciambella sulla teglia da forno foderata con carta forno e lasciate lievitare almeno un'ora. Spennelate con l'uovo tutta la ciambella e decoratela con granella di zucchero. In forno a 180° per 45 minuti.

PS. La marmellata di rose è stato un dono prezioso: il profuno è intenso e dolce come una notte di maggio.

giovedì 14 ottobre 2010

Cipolle con la feta



La dolcezza delle cipolle rosse di Tropea e l’acidula feta: il matrimonio perfetto! Non si può dire che questa sia una ricetta, piuttosto vi suggerisco un abbinamento molto gradevole. E troverete in un post solo due contorni farciti, ottimi insieme, da gustare ai primi freddi. Ma andiamo con ordine.

Ingredienti (per 4 persone)
4 cipolle di Tropea di media grandezza,
4 cucchiai di parmigiano reggiano,
2 cucchiai di pangrattato,
una confezione di feta (quella classica che si trova in commercio)
olio evo, sale e pepe.

Come procedere.
Facile facile. Le mie cipolle non erano molto grandi e quindi non le ho scottate prima di metterle in forno. Le ho aperte in due e ho tolto il nucleo più piccolo centrale. Ho amalgamato la feta con parmigiano e pangrattato, aggiungendo l’olio a filo fino ad ottenere un composto morbido. Ho aggiunto anche la parte di cipolla tolta al centro, sminuzzata. Regolate di sale (attenzione, la feta è già molto saporita) e pepe.

Nella stessa teglia ho messo anche le patate con il guanciale.

Ingredienti (per 4 persone)
4 patate a pasta gialla,
4 fettine di guanciale alte un dito (io l'avevo così, ma tanto va sminuzzato: va bene anche una sola fetta),
2 cucchiai di parmigiano reggiano,
olio evo, sale e pepe.

Come procedere.
Ho sbucciato le patate e le ho scottate in acqua calda salata per circa 10 minuti. Poi le ho tagliate in due nel senso della lunghezza e ho scavato il centro, come per realizzare delle barchette. Ho frullato il guanciale, la polpa della patata tolta dal centro, il parmigiano e un po’ di olio, quando serve per rendere morbido il composto- Potete anche sceglierei di aggiungere un cucchiaio di acqua e impiegare meno olio.
Tutto in forno a 180° per circa 20 minuti.

martedì 5 ottobre 2010

La patata, ode alla semplicità

Se c’è una cosa che apprezzo in cucina è la semplicità: pochi ingredienti e gusti riconoscibili, senza dimenticare la ricerca. Spesso, però, più che una questione di scelta, si tratta di virtuosa necessità!!! Come ieri sera…



Prima pioggerella. Non fa freddo in realtà, ma è una giornata uggiosa. Ti viene da pensare che l’estate è troppo lontana e che le famose "ottobrate" sono belle soltanto a Roma. Alla richiesta di una minestra calda, i neuroni si attivano davanti al frigo, desolatamente vuoto. Semplifica… semplifica... semplifica... Il risultato è una deliziosa crema di patate con noce moscata e scalogno.



Ingredienti (…quel che c’era...) per 2 ps
4 patate medie,
4 cucchiai di parmigiano reggiano,
un bicchiere di latte,
due bicchieri di brodo vegetale,
10 scalogni,
una noce di burro,
mollica di pane del giorno prima,
sale, pepe bianco, noce moscata.

Come procedere
Metodo molto light: lessate le patate in acqua salata e, quando saranno cotte, passatele allo schiacciapatate . Intanto rosolate, in una noce di burro, gli scalogni affettati sottilmente, salate e pepate; aggiungete un po' d'acqua e, quando sono quasi pronti, un cucchiaio di molliche di pane a persona. Lasciate che finiscano di rosolare insieme, scalogno e pane, e togliete dal fuoco a un passo dalla bruciatura (adoro quella crosticina dorata e saporosa!!!). Aggiungete il parmigiano alle patate schiacciate e diluite con il latte. Riportate sul fuoco, aggiungendo brodo vegetale fino a raggiungere la cremosità desiderata. Non frullo mai la patata a meno che non sia mescolata ad altro, come ad esempio la zucca, perchè diventa troppo collosa. Nel mescolarla uso un'attrezzino semplicissimo (..mi sono dimenticata di fotografarlo, lo aggiungerò domani), uno schiacciapatate che rende cremoso e omogeneo il composto; lo uso anche per il purè. Aggiustate di sale e pepe e aromatizzate con la noce moscata, a seconda del gusto. Servite la zuppa ben calda, decorata con un paio di cucchiai di mollica e scalogno.

A proposito di cose semplici, scriveva Neruda:

…Di mattina
andiamo in panetteria,
il pane è tiepido
come un seno,
odora
il mondo di fresco
pane appena sfornato.
Romero, Ruiz, Nemesio,
Rojas, Manuel Antonio,
panettieri.
Come sono simili
il pane e il panettiere,
com'è semplice la terra
di mattina,
più tardi è ancora più semplice,
e di notte
è trasparente…..

(Ode alla semplicità)

mercoledì 29 settembre 2010

Sono tornata… con la pizza "Campofranco"

Sono sparita dal mio blog una mattina di luglio. Mi ha portato lontano una folata di vento marino, proprio come accadeva a Mary Poppins: sono tornata a terra solo qualche giorno fa, per cui scusate se il blog vi è sembrato una dispensa vuota e triste! Mi farò perdonare...



Sono stati mesi pieni di impegni, di cose da organizzare tra lavoro e “cene con delitto”; alla fine sono stata quasi sempre in cucina ma non ho mai cucinato!!! Pensavo persino di aver dimenticato come si fa. Insieme a me è tornato in attività il forno, ma non l’impastatrice (credo che dovrò aspettare babbo natale). Tra le mille ricette che avrei voluto provare questa estate c'era anche la pizza alla Campofranco. La mia amica del cuore e di merende me ne ha parlato spesso e mi ha dato la ricetta. Saltando di blog in blog ho poi scoperto che è conosciuta e che anche Lidya le ha dedicato un post. La mia amica utilizza solo 100 gr di burro per 500 gr di farina e tre uova. Io l’ho preparata così.

Per l’impasto
500 gr farina 00,
150 gr burro,
2 uova,
1 pizzico di zucchero,
1 cucchiaino di sale,
15 gr lievito di birra,
1/2 bicchiere di latte.

Per la farcia
sugo di pomodoro semplice ( o fette di pomodoro fresco)
250 gr di stracciatella (bufala),
2 cucchiai di parmigiano reggiano (+ uno per l'esterno)
1,5 etto di prosciutto crudo,
basilico.


Il lievitino

Come procedere
Prima di iniziare voglio dirvi che non ho usato particolari farine, ma la 00 che avevo. Con i suggerimenti di Lydia potrete sicuramente ottenere un prodotto migliore, ma vi dico anche che questa versione “più casalinga” non è affatto male. Ho preparato il lievitino (Adriano docet), mettendo in una ciotola un terzo della farina a fontana, con al centro il lievito di birra sciolto nel latte, a temperatura ambiente. Ho amalgamato un po' di farina ma non tutta perchè il lievito al centro deve rimandere morbido (vedi foto). Dopo un’ora circa è cresciuto, per cui ho inglobato tutta la farina della fontana. Di seguito ho aggiunto - a mano perché come vi dicevo il robot non c’è ancora – le uova, una alla volta, il resto della farina e lo zucchero. Ho sciolto il burro al microonde e lo aggiunto alla fine insieme al sale. Ho impastato fino ad ottenere un composto morbido ed elastico, lasciandolo a lievitare, coperto e al calduccio, per un paio d'ore. Ho separato in due parti l'impasto, una più grande dell'altra. La palla più grande è la base: stendetela al matterello ma lasciatela un po' spessa per "sostenere" i liquidi in cottura.



Ho imburrato e infarinato una teglia e adagiato la pizza lasciando debordare un po' l'impasto. Poi l'ho farcita con la stracciatella di bufala (che dono della natura!!!), fette di prosciutto crudo, sughetto semplice di pomodoro (che avevo già in casa pronto). Ho spolverato con il basilico fresco tritato e parmigiano. Ho ricoperto con la seconda parte di impasto steso al mattarello e ho richiuso i "bordi debordandi", ripiegandoli verso il centro e sigillandoli con una forchetta.
Ho tenuto da parte il liquido della stracciatella (meglio non fare un farcia troppo liquida) e l'ho amalgamato con due cucchiai di sugo e uno di parmigiano. Ho messo la pizza in forno a 180° per 20 minuti circa poi l'ho tirata fuori e ho spalmato l'esterno con questo sughetto, appena un velo nelal parte centrale. In forno per altri 15 minuti... delizia assicurata!

PS: Mi siete mancati...

giovedì 22 luglio 2010

Zucchine "sottoaceto" in 3 minuti

Vi avevo già detto dei miei guai con il forno. Ecco, nel frattempo mi ha lasciato anche il robot, ormai vecchietto ma con una carriera di servizio onorata, tra frullati, tritate e mescolamenti.

Insomma due perdite significative in troppo poco tempo: ma succede così. Ci sono momenti in cui le casa si ribella: si rompe una cosa, poi un’altra e un’altra ancora. Io mi sono fatta persuasa (come dice Montalbano) che sia una richiesta di attenzione. La casa ha una sua anima, il suo carattere, respira con noi che la abitiamo e riflette le presenza di chi ci ha vissuto prima. Va trattata con cura e rispettata. E la mia, in questo periodo, è un casino totale!!!! Deprivata della possibilità di utilizzare alcune modalità di cottura, che mi piacciono proprio tanto, ho testato questa nuova ricetta della mamma di Gabriella, che è davvero un portento in cucina. Si tratta di un sistema simili a quello della preparazione dei sottaceti. Vi do le dosi per un contorno/antipasto per 4 persone ma è possibile preparane un po’ di più e tenerle conservate nei barattolini di vetro almeno una settimana in frigo.

Ingredienti
4 zucchine di media grandezza,
un bicchiere di aceto di vino bianco,
½ litro di acqua,
1 testa d’aglio,
sale, peperoncino, maggiorana e basilico.

Come procedere
Mettete l’acqua salata con l’aceto a bollire; nel frattempo tagliate le zucchine nel senso della lunghezza in nastri sottili. Quando l’acqua bolle, buttate le zucchine e calcolate, da quando riprende il bollore, 3 minuti esatti. Scolate e tamponate le verdure. Condite con olio, aglio tritato finissimo, erbe aromatiche e peperoncino. Da servire freddo e da conservare per qualche giorno in un barattolo di vetro in frigo.


Spendo ancora due parole per il magico attrezzino della Chef’n che ho scoperto da pochissimo e ovviamente comprato (trattasi di sindrome ossessiva-compulsiva orientata al possesso maniacale di caccavelle). S'indossa come un anello sull’anulare e consente di tagliare sottilmente e in sicurezza… Ma tutta la linea è davvero carina, se vi capita vale la pena!

mercoledì 21 luglio 2010

Bomboloni on the beach

Torno al mio amato blog rinfrancata da un piccolo anticipo di ferie. Come vedete, grazie all'amico Luigi - spacciatore di dolcezze - non ci siamo fatti mancare nulla, ma proprio nulla.

Compresi i bomboloni serviti nell'alzatina, sotto l'ombrellone, con doppia farcitura: panna e crema!!!!! La classe non è acqua ...notare il centrino di carta!!!!

Ma poichè la vita è dolce e amara insieme, in tutto questo godimento c'è stata una perdita. Niente di grave, eh... ma il forno è andato!!!!! Si è rotto il vetro esterno e sono in attesa che lo sostituiscano. Per amor di verità - visto che il forno io lo acccendo anche a Ferragosto - devo confessare che ho provato a farlo andare ugualmente, ma un persistente e accentuato scricchiolio mi ha indotto a desistere. Per cui, mio malgrado, da domani ricomincio a postare ricette "senza fuoco"... o quasi: pentole e padelle posso ancora usarle!!!

mercoledì 7 luglio 2010

Le girelle per la colazione

Lo ammetto: avevo un serio pregiudizio sull’utilizzo del philadelphia in cucina. Ho sempre preferito la ricotta che adoro e uso moltissimo, perché conferisce morbilità e leggerezza. Ma, poiché non mi piace avere pregiudizi e visto che esimi maestri la utilizzano, ho voluto provare.


Il primo tentativo non è poi andato così male: porgo tutte le mie scuse al signor Philadelphia. La ricetta è di Tania di Dulcis in Furno (che in questi giorni sto saccheggiando) e la trovate qui.

Ingredienti:
250 g di farina,
100 g di zucchero,
150 g di philadelphia,
25 g di burro fuso,
50 ml circa di latte tiepido,
1 cucchiaino di zucchero,
1/2 cubetto di lievito di birra,
i semini di una bacca di vaniglia.

Procedimento
Sciogliete il lievito nel latte tiepido insieme a un cucchiaino di zucchero. Setacciate in una ciotola la farina e il lievito e aggiungete anche lo zucchero e i semini della bacca. Mescolate aggiungendo il latte in cui avete diluito il lievito. Infine il formaggio. Lavorate bene fino ad ottenere un composto omogeneo, coprite con la pellicola e attendente che raddoppi il volume (circa due ore).



Stendete la pasta in un quadrato, Tania suggerisce di arrivare a 25-30 cm di lato… io ho fatto un po’ ad occhio e non si può proprio dire che fosse un qudrato!!!! Arrotolate la pasta su se stessa e sigillate il bordo, quando l'avrete arrotolata tutta, con un po’ d’acqua. Il bordo dovrebbe essere della stessa lunghezza del rotolo... se avete fatto un quadrato. Altrimenti, come è successo a me, non avrete una sovrapposizione regolare. Tagliate il rotolo a fette di circa 1 cm. Tania, che è brava, suggerisce di utilizzare un filo per non rovinarle, come si fa con il polentone. Ma io non ho seguito il consiglio e le ho spatasciate un pochino usando il coltello. Foderata di carta forno una teglia e mettete le girelle a distanza l’una dall’altra perché dovranno ancora lievitare e raddoppiare di volume. Arrivata a questa fase, io sono scappata al lavoro e quindi le mie girelline hanno lievitato fino all’ora di pranzo!!!! Battete un uovo e spennellate prima di mettere in forno a 180° per circa 15 - 20 minuti. Ottima, perchè si accentano i contrasti ,con la marmellata di pompelmo rosa che ho appena comprato!!!!


Ora voglio proprio provare la finta sfoglia di Adriano!!!!

lunedì 5 luglio 2010

Quadrotti al cedro

Da un po' volevo provare questa ricetta di Tania: già la foto mi faceva venire l'acquolina in bocca!!! Qualche giorno fa ho acquistato dei cedri senza aver bene l'idea di cosa farne ma ieri finalmente.... illumimazione: ho messo insieme le due cose per cui questa è la variante dei tranci al limoni.



Ingredienti
Per la base:
2 uova,
75 g di zucchero,
250 g di farina 00,
125 g di burro,
30 g di acqua,
1/2 bustina di lievito in polvere.

Per la crema:
2 uova,
250 g di zucchero a velo,
6 cucchiai di farina 00,
la scorza grattugiata di un cedro,
150 ml di succo di cedro,
1/2 bustina di lievito in polvere.

Procedimento
Si procede prima con la base: montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, poi aggiungete la farina e il lievito setacciati insieme. Quando sono ben incorporati, aggiungete il burro fuso a bagnomaria o al microonde e infine l’acqua. Il composto finale è elastico e molto molto morbido. Mettete in uno stampo della carta forno, bagnata e strizzata, sistemate il composto cercando di livellarlo, ma - almeno a me!!!! - è successo che in cottura e cresciuto più da una parte che dall’altra. Così, quando ho aggiunto la crema, si è disposta in modo non uniforme. In forno a 180° per circa 20 minuti.


Preparate la crema montando lo zucchero con le uova, aggiungete il succo di cedro e la scorza grattugiata, poi la farina e il lievito setacciati insieme. Versate la crema nello stampo sopra la base già cotta e infornate a 180° per circa 15 minuti. In realtà la ricetta di Tania - che specifica l’utilizzo del forno a gas - calcola 20 minuti e così ho fatto anche io, ma avendo il forno ventilato la crema si è addensata troppo. Quindi se usate il forno ventilato dovrebbero bastare circa 15 minuti (... si sa, i forni non sono tutti uguali!). Sfornate, lasciate freddare e tagliate i quadrotti. Prima di servire cospargete con zucchero a velo e decorate con qualche fettina di fragola. Vi consiglio di andare vedere anche la versione di Dulcis in furno: le dosi sono le stesse che trovate qui ma la sua ...è una meraviglia di sofficità!!!!

venerdì 2 luglio 2010

Si riparte... da Torino

Mi sono placata! E rassegnata. Visto che la vecchia formattazione del blog è perduta, dopo tre giorni di continue modifiche, deludenti e frustranti, ho deciso per un completo rinnovamento del look. E considero di buon augurio per il futuro cammino, ricominciare raccontandovi di un viaggio. Il post era lì da un po' ma c'era sempre altro da pubblicare e seguire. A Torino per la Fiera del Libro, non ho potuto resistere ad una visita "sensoriale" di questa bellissima città.


Vi consiglio - se non la conoscete già - una visita al cioccolateria Guido Gobino (che tra l'altro ha aperto a Milano da poco). La pubblicità è totalmente gratuita: nessuno mi paga, ma quando una cosa merita è giusto promuoverla. La bottega di Via Lagrange al numero 1 (siamo nella strada opposta all'ingresso del Museo egizio) ti accoglie con una serie di prodotti meravigliosi da sgranocchiare, sciogliere, spalmare, annusare o titillare. Non scherzo: non stiamo parlando dei soliti cioccolatini (che pure ci sono in abbondanza) e non stiamo parlando del solito punto vendita ( che pure la cioccolateria è). Il laboratorio è infatti anche una sala degustazione, dove il cioccolato può essere accompagnato con caffè o rum e dove si possono sperimentare odori e sapori pregiati in pieno relax.


Questa è la tavoletta - extra bitter 63% - realizzata per la Fiera del libro, quest'anno dedicata all'India. Peccato non fosse in vendita...

.... mentre era in vendita questa goduriosa meraviglia che ho riportato a casa insieme ad amaretti, cremini, ganache, preparato per la cioccolata calda, tavolette di varia fogglia e natura, gianduja (qualcosa ho regalato anche, eh!!!). Si chiama Hazelshock, è una polvere finissima di nocciola che non si mastica e non si scioglie nel latte, ma si degusta con una piccola cannuccia. Impalpabile: quando arriva tra le labbra, si scioglie con il calore della bocca e il sapore si spande da papilla a papilla. Un viaggio nel viaggio. Ma una nota di merito la devo anche alle ganache, piccoli bottoni di cioccolato speziato: commuoventi quelle agli agrumi con cioccolato bianco e quelle da "meditazione".

Salto filologico, ma non posso non citare in questo excursus torinese IL panino: mix perfetto di caprino, il classico bagnet verd, acciughina e peperoncino!!!! Ci ha ristorato e ricaricato dalla fatica delle peregrinazioni. Vi auguro un "buon viaggio". Al prossimo post...

mercoledì 30 giugno 2010

Le cose cambiano.. anche i blog!

Ci sono momenti nella vita in cui le cose cambiano, anche se non vorresti. Ci sono momenti in cui senti di fare la cosa sbaglia, ma - irresistibilmente - non puoi che seguire la strada più difficile. E così è successo due giorni fa: è bastato un clic e ho perso tutta la formattazione del mio bellissimo blog.. che mi piaceva tanto...che mi sembrava semplice e umile!!!! Volevo solo apportare una "piccola" modifica... Considero questo momento di passaggio un nuovo look estivo... nel frattempo studierò cosa fare! E, da domani nuove ricette estive: prometto che cercherò di mantenere costante almeno il livello del contenuto!!!
Al prossimo post : (

lunedì 21 giugno 2010

Il “velo” e i segreti della lievitazione




Alla fine ci sono riuscita!!!! Nel fine settimana ho partecipano al corso di panificazione di Paoletta e Adriano: fatica, soddisfazione e il piacere, grande grande, di averli finalmente incontrati. Ma ora vi racconto tutto. Pronti, attenti e (ancora) silenziosi ci prepariamo in quindici ( più mariti/mogli e bambini al seguito) ad affrontare una due giorni di divertimento e duro lavoro! I racconti sui blog di chi ha partecipato agli altri corsi ci hanno messo sull’avviso: non sarà una passeggiata…. C'è chi arriva persino da Udine (l'ingegnere del pomodorino ciliegina!!!). La Tenuta San Marcello che ci accoglie è elegante e il paessaggio, tra grano e vigneti, tocca il cuore. Tutto è pronto.



Paoletta ride, solare, distribuisce brochure e comincia a contare i corsisti. Ma i conti non tornano perché… sa contare solo fino a sette!!! : ) Comunque sì, ci siamo tutti: lo conferma la telefonata che raggiunge Elena in sala. E' Paoletta che, nell’altra stanza, crede di chiamare una corsista scomparsa.



Il maestro, intanto, riposa prima di affrontare le fatiche del corso. Sa già che dovrà sudare per contenere l’inesperienza degli allievi e evitare disastri e ammosciamenti.


Si parte dalla teoria… e già mi sono persa. E come glielo dico ad Adriano che in chimica andavo malissimo!!!!????? Però ho due certezze, per le prime ore di lezione non è così male!!!
1. Nei primi minuti di lavorazione si forma il glutine, in questo tempo si deve lavorare piano piano l’impasto. Paoletta mi rimprovera perché lavoro di forza con il polso, invece di massaggiare. Paolè è l’abitudine...la mano da tagliatelle, ma vedrai che adesso imparo!!!
2. Se c’è il “velo”, è fatta!!!!


Esame del "velo"

Si comincia a impastare: i grembiuli - a pois, rigorosi e fiabeschi - raccontano di noi!!!



Il primo vero scoglio è la focaccia! Mi dico: e che cavolo, è pur sempre una focaccia. Ma questa non è una preparazione qualsiasi, questa è LA focaccia. Contiene talmente tanto liquido che sblobba da tutte le parti: occorre coccolarla, strappazzarla ma senza strapparla (il glutine!!!!!!) e poi stenderla e richiuderla su se stessa perché incorpori aria. E spingerla da tutte le parti, da sotto, perchè assuma la consistenza giusta, “da mozzarella”. Signore iddio, che sfacchinata!!! Pezzi di impasto volano sopra le nostre teste e da una postazione all’atra. Mi sembra di aver perso per strada almeno 60 gr di roba!!!!!



Adriano ci insegna anche a tirare la farina sul piano di lavoro: un colpo secco, braccio aperto e una nevicata leggerissima e compatta, lieve lieve, si posa sulla spianatoia. A differenza del maestro, mucchietti disorganizzati atterrano sulle nostre tavole di lavoro o sulla faccia del vicino. Adriano fa domande per capire se abbiamo capito e noi ci buttiamo, qualche volta con risposte anche sensate. Ma non soli i lievitati ci creano preoccupazione. Dobbiamo tenere a bada temibilissimi predatori…



... e affrontare un tempo da tregenda, con ben poche schiarite.



Ma alla fine siamo stati bravi!!!! Panini dolci che sembrano nuvole nelle mani, tanto sono leggeri!



La focaccia, che ad impastarla sembrava “liquida”, ora invece è soffice e ottima, anche se il pomodorino “palla di fuoco” ha fatto più di una vittima!!!


I cornetti: perfetti quelli di Paoletta... belli anche i nostri , anche se il burro usciva da tutte le parti in lavorazione.


E i cuorici....


... gli uccellini, che qualcuno ha realizzato con la testa giratata : ))))



E che vogliamo dire della brioche di Adriano???!!!


Ma ancora, dopo tutto questo, alla fine dei due giorni di corso, confusi e felici e sazi, abbiamo goduto delle prelibatezze del maestro che ci ha davvero premiato, sfidando le temperature polari e sformando pizza napoletana e calzoni da urlo!!! Quindi, non potete resistere. Questo è il mio consiglio: appena capita un corso dalla vostre parti - ma anche se è lontanissimo da dove abitate - ISCRIVETEVI. Trascorrerete due giorni davvero belli, insieme a persone simpatiche con cui scambiare emozioni, fatiche e ricette e soprattutto avrete il piacere di imparare davvero! Un grazie di cuore a Paoletta e Adriano, un grazie ad Elena per le foto e un grazie anche ad Agnese, compagna di mattarello, mai incontrata ma conosciuta da sempre, che ha sistemato tutti i miei pasticci!! Quando si fa il prossimo????

AGGIORNAMENTO DEL 22 GIUGNO



Questo è solo un piccolo esempio di cosa si possa fare seguendo i consigli di Paola e Adriano. Onore e merito e gloria ad Alessanda che, per il compleanno del suo piccolino, ha organizzato un mega buffet, preparando tutto ma proprio tutto quello che vedete in queste foto (pop corn e salatini esclusi!!!). E questo solo attraverso i blog e i consigli dei "maestri" (senza dimentiacare che di suo è già bravissima!!!!), ma pensate che riuscirà a fare ora che ha seguito anche il corso!!!!

Le ricette dei panini e il panettone gastronomico sono di Adriano e quella delle pizzette di Paoletta (pizza bianca versione mini).



E vogliamo parlare dei dolci? Vi do solo un "piccolo" assaggio: bignè con crema la cioccolato e glassa al cioccolato, cornetti di sfoglia con nutella, cornetti di sfoglia con crema, cornetti di sfoglia con "nutella" bianca, tortine di pate genoise con crema, frutta e gelatina, panna cotta con cioccolato, coulis di fragola e frutti di bosco.


Alessandra che dire... sono ammirata!!!! Quando ci inviti?

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