Ci sono momenti nella vita in cui le cose cambiano, anche se non vorresti. Ci sono momenti in cui senti di fare la cosa sbaglia, ma - irresistibilmente - non puoi che seguire la strada più difficile. E così è successo due giorni fa: è bastato un clic e ho perso tutta la formattazione del mio bellissimo blog.. che mi piaceva tanto...che mi sembrava semplice e umile!!!! Volevo solo apportare una "piccola" modifica... Considero questo momento di passaggio un nuovo look estivo... nel frattempo studierò cosa fare! E, da domani nuove ricette estive: prometto che cercherò di mantenere costante almeno il livello del contenuto!!!
Al prossimo post : (
mercoledì 30 giugno 2010
lunedì 21 giugno 2010
Il “velo” e i segreti della lievitazione
Alla fine ci sono riuscita!!!! Nel fine settimana ho partecipano al corso di panificazione di Paoletta e Adriano: fatica, soddisfazione e il piacere, grande grande, di averli finalmente incontrati. Ma ora vi racconto tutto. Pronti, attenti e (ancora) silenziosi ci prepariamo in quindici ( più mariti/mogli e bambini al seguito) ad affrontare una due giorni di divertimento e duro lavoro! I racconti sui blog di chi ha partecipato agli altri corsi ci hanno messo sull’avviso: non sarà una passeggiata…. C'è chi arriva persino da Udine (l'ingegnere del pomodorino ciliegina!!!). La Tenuta San Marcello che ci accoglie è elegante e il paessaggio, tra grano e vigneti, tocca il cuore. Tutto è pronto.
Paoletta ride, solare, distribuisce brochure e comincia a contare i corsisti. Ma i conti non tornano perché… sa contare solo fino a sette!!! : ) Comunque sì, ci siamo tutti: lo conferma la telefonata che raggiunge Elena in sala. E' Paoletta che, nell’altra stanza, crede di chiamare una corsista scomparsa.
Il maestro, intanto, riposa prima di affrontare le fatiche del corso. Sa già che dovrà sudare per contenere l’inesperienza degli allievi e evitare disastri e ammosciamenti.
Si parte dalla teoria… e già mi sono persa. E come glielo dico ad Adriano che in chimica andavo malissimo!!!!????? Però ho due certezze, per le prime ore di lezione non è così male!!!
1. Nei primi minuti di lavorazione si forma il glutine, in questo tempo si deve lavorare piano piano l’impasto. Paoletta mi rimprovera perché lavoro di forza con il polso, invece di massaggiare. Paolè è l’abitudine...la mano da tagliatelle, ma vedrai che adesso imparo!!!
2. Se c’è il “velo”, è fatta!!!!
1. Nei primi minuti di lavorazione si forma il glutine, in questo tempo si deve lavorare piano piano l’impasto. Paoletta mi rimprovera perché lavoro di forza con il polso, invece di massaggiare. Paolè è l’abitudine...la mano da tagliatelle, ma vedrai che adesso imparo!!!
2. Se c’è il “velo”, è fatta!!!!
Esame del "velo"
Si comincia a impastare: i grembiuli - a pois, rigorosi e fiabeschi - raccontano di noi!!!
Il primo vero scoglio è la focaccia! Mi dico: e che cavolo, è pur sempre una focaccia. Ma questa non è una preparazione qualsiasi, questa è LA focaccia. Contiene talmente tanto liquido che sblobba da tutte le parti: occorre coccolarla, strappazzarla ma senza strapparla (il glutine!!!!!!) e poi stenderla e richiuderla su se stessa perché incorpori aria. E spingerla da tutte le parti, da sotto, perchè assuma la consistenza giusta, “da mozzarella”. Signore iddio, che sfacchinata!!! Pezzi di impasto volano sopra le nostre teste e da una postazione all’atra. Mi sembra di aver perso per strada almeno 60 gr di roba!!!!!
Adriano ci insegna anche a tirare la farina sul piano di lavoro: un colpo secco, braccio aperto e una nevicata leggerissima e compatta, lieve lieve, si posa sulla spianatoia. A differenza del maestro, mucchietti disorganizzati atterrano sulle nostre tavole di lavoro o sulla faccia del vicino. Adriano fa domande per capire se abbiamo capito e noi ci buttiamo, qualche volta con risposte anche sensate. Ma non soli i lievitati ci creano preoccupazione. Dobbiamo tenere a bada temibilissimi predatori…
Ma alla fine siamo stati bravi!!!! Panini dolci che sembrano nuvole nelle mani, tanto sono leggeri!
La focaccia, che ad impastarla sembrava “liquida”, ora invece è soffice e ottima, anche se il pomodorino “palla di fuoco” ha fatto più di una vittima!!!
I cornetti: perfetti quelli di Paoletta... belli anche i nostri , anche se il burro usciva da tutte le parti in lavorazione.
E i cuorici....
... gli uccellini, che qualcuno ha realizzato con la testa giratata : ))))
E che vogliamo dire della brioche di Adriano???!!!
Ma ancora, dopo tutto questo, alla fine dei due giorni di corso, confusi e felici e sazi, abbiamo goduto delle prelibatezze del maestro che ci ha davvero premiato, sfidando le temperature polari e sformando pizza napoletana e calzoni da urlo!!! Quindi, non potete resistere. Questo è il mio consiglio: appena capita un corso dalla vostre parti - ma anche se è lontanissimo da dove abitate - ISCRIVETEVI. Trascorrerete due giorni davvero belli, insieme a persone simpatiche con cui scambiare emozioni, fatiche e ricette e soprattutto avrete il piacere di imparare davvero! Un grazie di cuore a Paoletta e Adriano, un grazie ad Elena per le foto e un grazie anche ad Agnese, compagna di mattarello, mai incontrata ma conosciuta da sempre, che ha sistemato tutti i miei pasticci!! Quando si fa il prossimo????
AGGIORNAMENTO DEL 22 GIUGNO
Questo è solo un piccolo esempio di cosa si possa fare seguendo i consigli di Paola e Adriano. Onore e merito e gloria ad Alessanda che, per il compleanno del suo piccolino, ha organizzato un mega buffet, preparando tutto ma proprio tutto quello che vedete in queste foto (pop corn e salatini esclusi!!!). E questo solo attraverso i blog e i consigli dei "maestri" (senza dimentiacare che di suo è già bravissima!!!!), ma pensate che riuscirà a fare ora che ha seguito anche il corso!!!!
Questo è solo un piccolo esempio di cosa si possa fare seguendo i consigli di Paola e Adriano. Onore e merito e gloria ad Alessanda che, per il compleanno del suo piccolino, ha organizzato un mega buffet, preparando tutto ma proprio tutto quello che vedete in queste foto (pop corn e salatini esclusi!!!). E questo solo attraverso i blog e i consigli dei "maestri" (senza dimentiacare che di suo è già bravissima!!!!), ma pensate che riuscirà a fare ora che ha seguito anche il corso!!!!
Le ricette dei panini e il panettone gastronomico sono di Adriano e quella delle pizzette di Paoletta (pizza bianca versione mini).
E vogliamo parlare dei dolci? Vi do solo un "piccolo" assaggio: bignè con crema la cioccolato e glassa al cioccolato, cornetti di sfoglia con nutella, cornetti di sfoglia con crema, cornetti di sfoglia con "nutella" bianca, tortine di pate genoise con crema, frutta e gelatina, panna cotta con cioccolato, coulis di fragola e frutti di bosco.
Alessandra che dire... sono ammirata!!!! Quando ci inviti?
lunedì 14 giugno 2010
I finalisti del Premio Bancarella della cucina
La notizia è di qualche ora fa: sono stati scelti i cinque finalisti della V edizione del Premio Bancarella della cucina. Il vincitore assoluto tra questi verrà decretato dal giudizio di 40 librai italiani, sommato ai voti di altrettanti operatori e giornalisti del settore. La premiazione è a Pontremoli, il prossimo 26 settembre. Eccoli qua i volumi che "maggiormente trasmettono la sapienza e la bontà delle nostre radici"!!!
La Mia Cucina Pop di Davide Oldani (Rizzoli);
Buon appetito America di Laurel Evans (Guido Tommasi Editore);
Le ricette del designer di Autori Vari (Editrice Compositori);
La gola di Marino Marini (Food Editore);
I 10 comandamenti per non fare peccato in cucina di Fabio Picchi (Mondadori).
Gli “altri” premi. La Commissione ha inoltre assegnato il premio “Angelo Paracucchi”, dedicato alla memoria del grande chef, alla collana Il lettore goloso diretta da Allan Bay ed edita da Ponte alle Grazie ed ha segnalato, con una menzione di merito, il volume di Gigi Padovani e Clara Vada Niko, La semplicità del reale, edito da Giunti, mentre il Premio “Baldassare Molossi” è stato assegnato allo scrittore e giornalista lunigianese Salvatore Marchese.
La commisione: Paolo Marchi, Giovanni Tarantola, Maura Radaelli, Carlo Ottaviano, Roberto Perrone, Bruno Gambacorta, Luciano Pignataro, Emanuele Scarello, Andrea Muccioli, Davide Scabin, Carmen Moretti, Giuseppe Benelli, Claudio Giumelli, Enrico Polverini, Giorgio Cristallini.
PS. Avevo diligentemente linkato ogni libro alla casa editrice, ma continuano a sostituirsi l'uno con l'altro "magicamente", per cui, dopo la quinta volta che li rimetto, ci rinuncio!
giovedì 10 giugno 2010
Cous cous dell'orto con il "metodo Kumalè"
Mi è venuta voglia di cous cous !!!! Lo scorso anno, proprio in questi giorni, ero seduta nel porto antico di Genova, inebriata dai profumi e dai sapori dei cibi “nuovi” del Suq.
Splendida iniziativa che crea un ponte tra culture e sensibilità, solo apparentemente lontane. Ecco la versione "primavera", ovvero con i prodotti dell’orto, rigorosamente secondo il "metodo" dello chef Kumalè.
Ingredienti
300 gr di cous cous integrale biologico precotto,
400 gr tra piselli, taccole, fave e fagiolini,
1 pomodoro “cuore di bue” verde e 1 rosso,
20 3 patate novelle piccole,
2 cippollotti freschi,
scaglie di parmigiano,
menta, basilico, mentuccia ed erba cipollina,
sale, peperoncino e olio evo.
Come procedere
“Scottate” le verdure singolarmente, per circa dieci minuti. Tenete da parte l’acqua di cottura dei piselli. Cuocete a parte le patate in modo da poterle tagliare a dadini. Tritate tutte le erbe con i cippollotti e fate rosolare, con un pezzetto di peperoncino (secondo l’individuale tolleranza al piccante!), in una padella capace, con 5 cucchiai di olio evo. Aggiungete le verdure e portatele a cottura con due mestoli d’acqua di cottura dei piselli, regolate di sale. Lasciate intiepidire.
A parte preparate il cuscus. Da quando lo scorso anno a Genova ho seguito la sua lezione, uso sempre il “metodo” dallo chef Kumalè: non sommergere il cous cous di brodo bollente (come indicato in quasi tutte le confezioni di precotto), operazione che lo rende un polentone informe e appiccicoso, ma aggiungerlo tiepido e un po’ alla volta. Amalgamatelo con le mani, fino a “sentire” la consistenza giusta, ovvero che il chicco rimanga croccante. La proporzione aurea è: mezzo litro di acqua tiepida per un 1 kg di prodotto. Io ho utilizzato l’acqua di cottura dei piselli; “speziare” l’acqua o il brodo con cui si prepara il cuscus è, infatti, un buon modo per accentuare il sapore della semola. Unite le verdure e le patate ridotte in dadini (che non dovete rimettere in padella), aggiungete scaglie di parmigiano reggiano a volontà e un filo d’olio a crudo (se necessario).
Mettete in forma negli stampini da savarin in monoporzione di alluminio, unti appena di olio, e servite riempendo il centro dell'anello con le erbe di stagione, che avete usato per la preparazione.
Splendida iniziativa che crea un ponte tra culture e sensibilità, solo apparentemente lontane. Ecco la versione "primavera", ovvero con i prodotti dell’orto, rigorosamente secondo il "metodo" dello chef Kumalè.
Ingredienti
300 gr di cous cous integrale biologico precotto,
400 gr tra piselli, taccole, fave e fagiolini,
1 pomodoro “cuore di bue” verde e 1 rosso,
20 3 patate novelle piccole,
2 cippollotti freschi,
scaglie di parmigiano,
menta, basilico, mentuccia ed erba cipollina,
sale, peperoncino e olio evo.
Come procedere
“Scottate” le verdure singolarmente, per circa dieci minuti. Tenete da parte l’acqua di cottura dei piselli. Cuocete a parte le patate in modo da poterle tagliare a dadini. Tritate tutte le erbe con i cippollotti e fate rosolare, con un pezzetto di peperoncino (secondo l’individuale tolleranza al piccante!), in una padella capace, con 5 cucchiai di olio evo. Aggiungete le verdure e portatele a cottura con due mestoli d’acqua di cottura dei piselli, regolate di sale. Lasciate intiepidire.
A parte preparate il cuscus. Da quando lo scorso anno a Genova ho seguito la sua lezione, uso sempre il “metodo” dallo chef Kumalè: non sommergere il cous cous di brodo bollente (come indicato in quasi tutte le confezioni di precotto), operazione che lo rende un polentone informe e appiccicoso, ma aggiungerlo tiepido e un po’ alla volta. Amalgamatelo con le mani, fino a “sentire” la consistenza giusta, ovvero che il chicco rimanga croccante. La proporzione aurea è: mezzo litro di acqua tiepida per un 1 kg di prodotto. Io ho utilizzato l’acqua di cottura dei piselli; “speziare” l’acqua o il brodo con cui si prepara il cuscus è, infatti, un buon modo per accentuare il sapore della semola. Unite le verdure e le patate ridotte in dadini (che non dovete rimettere in padella), aggiungete scaglie di parmigiano reggiano a volontà e un filo d’olio a crudo (se necessario).
Mettete in forma negli stampini da savarin in monoporzione di alluminio, unti appena di olio, e servite riempendo il centro dell'anello con le erbe di stagione, che avete usato per la preparazione.
lunedì 7 giugno 2010
Piccole torri di kiwi
Una cosa fresca per il primo fine settima caldo... davvero estivo. Niente ricetta non ne avete bisogno.
Un kiwi a persona: sbucciatelo e tagliatelo a fettine non troppo sottili. Diluite ricotta di mucca con panna fresca (o un po' di latte intero) fino ad ottenere una crema corposa (deve sostenere le fettine, se la diluite troppo la "torre" crollerà). Io non ho aggiunto zucchero, ma ho aromatizzato la crema di ricotta con la buccia di limone grattugiata.
Mettete in una tasca la crema e componete alternando fettine di kiwi e crema. Tenete in frigo almeno mezz'ora prima di servire. Spolverate con zucchero a velo.
giovedì 3 giugno 2010
Torta "assassinata" con ciliegie
Premetto: la qualità delle foto è inversamente proporzionale a quella della torta!!! A volte vengono fuori scatti che sembrano una meraviglia (più del piatto) ma a volte mi dispero per ore senza cavare niente di buono (tranne il piatto). Pazienza, ad ognuno il suo mestiere. Tornando alla torta... veramente facile: ho aggiunto qualche tocco personale, ma la base è quella della quattro quarti.
Ingredienti
4 uova,
stesso peso delle uova per zucchero, farina e burro,
1 bustina di lievito per dolci,
3 etti di ciliegie,
liquore alla ciliegia (maraschino).
stesso peso delle uova per zucchero, farina e burro,
1 bustina di lievito per dolci,
3 etti di ciliegie,
liquore alla ciliegia (maraschino).
Come procedere
Montate le uova con lo zucchero; aggiungete il burro (fuso in microonde) e, quando è ben amalgamato, la farina setacciata insieme al lievito. Aggiungete infine 4 cucchiai di liquore e mescolate fino a quando non sarà assorbito e l'impasto risulterà cremoso. Snocciolate tutte le ciliegie. Imburrate e infarinate uno stampo rotondo, riempitelo con il composto e distribuite in superfice una parte della ciliege (almeno una ventina) che, in cottura, tenderanno a scendere e precipitare verso la base del dolce, come potete vedere nella foto!!!! In forno a 170° per circa 45 minuti.
Mettete in un pentolino le ciliege rimaste con due cucchiai di zucchero, tre cucchiai di liquore di ciliegia e uno di acqua. Lasciate sobbollire a fuoco dolce fino a quando il sughetto farà delle belle e grosse bolle, come per il caramello. Togliete del fuoco e frullate: la salsa sarà più o meno densa a seconda di quanto sarà rimasta sul fuoco. Il passo successivo è accoltellare la torta: ovvero praticate con un coltello dei tagli nella parte superiore. In questo modo, quando verserete la salsa sulla torta come fosse una glassa, penetrerà un po' anche nei tagli e rimarrà all'interno oltre che guarnire il dolce. La mia salsa era un po' troppo densa e quindi l'effetto non è molto visibile. Buona per chiudere il pranzo della domenica!!!
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