giovedì 11 giugno 2009

L'ultimo successo dei detenuti pasticceri

Anche oggi notizie e non ricette... ma non disperate. Sto preparando per voi un vero "speciale", dopo l'ultimo certamen gastronomico tra amici. La gara culinaria, a tema libero, ha impegnato papille gustative e olfattive, deliziato i palati e, ovviamente, scatenato rivalità sanguinarie. Posso solo anticiparvi che ha vinto una meravigliosa e freschissima terrina di ceci. Avrete presto il reportage completo di foto e ricette.


Tornando alle news, eccovi una notizia che viene da Padova, dal carcere "Due Palazzi" precisamente, dove alcuni detenuti sono ormai divenuti maestri pasticceri e hanno ricevuto per il loro ottimo lavoro numerosi riconoscimenti. Primo tra tutti, il numero di ordinazioni che continua a salire. La Noce del Santo - dedicato naturalmente a Sant'Antonio - è l'ultima bontà messa in vendita. Un ringramento a Giorgia Gay, giornalista veneta, per la disponibilità a utilizzare il suo articolo... la ricompenserò con qualche leccornia! : )))



PADOVA – Il laboratorio di pasticceria del carcere Due Palazzi di Padova ci ha preso gusto e dopo la fortunata linea “I dolci di Giotto” ne inaugura una seconda, “I dolci di Antonio”, che sarà interamente dedicata alla figura di Sant’Antonio, patrono di Padova. Il prodotto apripista di questa nuova linea è “La Noce del Santo”, presentata nei giorni scorsi a Padova.
La decisione di omaggiare in cucina il santo più famoso al mondo affonda le sue radici nella storia medievale: raccontano infatti le fonti che Sant’Antonio dimostrò nel corso della sua vita una profonda sensibilità nei confronti dei detenuti. Nel 1231, infatti, chiese e ottenne dal comune di Padova una modifica alla legge vigente affinché le vittime dell’usura venissero liberate dalla pena del carcere. A questo si aggiunge un evento molto più recente: il 9 e 10 giugno 2008 nella casa circondariale e nella casa di reclusione sono entrate per la prima volta le reliquie del santo con grande entusiasmo da parte dei detenuti.


Un anno fa nasce dunque l’idea dell’omaggio culinario, con l’inizio delle ricerche storiche e la fase di documentazione sulla vita di Sant’Antonio, per arrivare alla produzione di un dolce che richiamasse in maniera diretta la sua figura. Il team coordinato dalla cooperativa Giotto ha anche contattato i frati del Santo e avviato lunghe sperimentazioni sui materiali e le ricette. “Abbiamo soprattutto individuato un criterio generale di scelta degli ingredienti – spiega il responsabile del Consorzio Rebus, Nicola Boscoletto –, in modo da mantenere l’equilibrio tra prodotti tipici dell’antica modalità di alimentazione che si affidava alla raccolta di ciò che la natura direttamente offriva e quelli provenienti dalla nuova cultura della coltivazione agricola che cominciò ad affermarsi proprio nel Medioevo. È venuto spontaneo partire dalla noce, il frutto dell’albero che frate Antonio aveva scelto come dimora e che dà anche il nome al dolce”. Un commento tecnico positivo arriva da Cesare Bisantis, membro dell’Accademia italiana della cucina: “Tradizione e qualità sono due elementi fondamentali di questo dolce, che hanno fatto risvegliare in me sapori antichi della tradizione culianaria del nostro paese che dura da secoli e di cui siamo portatori a livello mondiale”.
Anche la data del lancio della nuova specialità, che si aggiunge ai già collaudati e apprezzati panettoni, alle colombe, ai biscotti e ai dolci tipici, non è casuale, dal momento che cade nel corso della “tredicina” del Santo, i tredici giorni di preghiere che attirano a Padova folle di devoti da tutto il mondo. E’ possibile acquistare la Noce del Santo nella Basilica di Sant’Antonio e al Santuario di Camposampiero o semplicemente attraverso il sito internet www.idolcidigiotto.it. Per ogni confezione venduta, 1 euro sarà devoluto ai progetti che la Caritas Antoniana sostiene a livello internazionale. (Gig)

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